Tamponi, è polemica I medici a Milano: situazione ingestibile
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- Gazzetta dello sport
C on 12.955 nuovi positivi, il tetto dall’inizio della pandemia, la Lombardia si conferma la regione più colpita dal Covid. Una tendenza che vede i casi positivi degli ultimi sette giorni raggiungere quota 51.456, con un incidenza (513 per 100 mila abitanti) praticamente raddoppiata rispetto a una settimana fa. Nonostante questo però, grazie soprattutto al buon andamento dei ricoveri in terapia intensiva (sono 162, due in meno rispetto a ieri), la Lombardia resterà in zona bianca anche la prossima settimana. La Città Metropolitana di Milano, in particolare, con i suoi 5.584 casi, dei quali 2.518 a Milano città, diventa un grande focolaio. Sotto la spinta della diffusione della variante Omicron, che a livello regionale colpisce circa il 40% dei nuovi positivi (anche se al momento i ricoverati con questa variante sono solo 6, nessuno in terapia intensiva), nel capoluogo è diventato più difficile sottoporsi ad un tampone, con code in tutti i drive through cittadini e prenotazioni in farmacia rallentate. La difesa La direzione Welfare della Regione è così costretta a chiedere di rinviare a dopo il 15 gennaio gli interventi programmati differibili, in modo da facilitare i ricoveri urgenti covid free che giungono dai Pronto soccorso. E il presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, Carlo Rossi, denuncia che «da oltre due settimane riceviamo continue segnalazioni di medici sul malfunzionamento del portale Ats Milano per la prenotazione dei tamponi. Una situazione ingestibile: va subito potenziata la rete che esegue tamponi molecolari». Ats Milano, dal canto suo, ammette «rallentamenti e difficoltà nell’utilizzo del sistema informatico per la prenotazione dei tamponi» ma sottolinea che «il sistema è attivo e ogni giorno vengono registrate oltre 2800 prenotazioni da parte dei curanti» e punta a incentivare i test dai medici di base. Ritardi anche in Piemonte, Umbria, Toscana. Mentre in Sicilia, degli oltre 30 mila tamponi quotidiani, per Federfarma più della metà avvengono in farmacia e i disservizi sono causati dai rallentamenti della piattaforma sulla quale vengono inseriti i dati dei test. Mentre a Roma un tampone molecolare fatto privatamente può costare 140 euro. Il Codacons ha presentato un esposto: motivo, «il ricarico sui consumatori legato al prezzo dei tamponi è di circa il 328%».«In quella cifra -replica Federfarma — vengono coperti anche i costi di formazione e gestione del personale, dell’acquisto di guanti e mascherine, del gazebo per fare i test»
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