“Tagli e blocco del turnover, record di errori in corsia”
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fonte:
- la Repubblica
GLI errori dovuti alla disattenzione del personale e alla scarsa organizzazione dei reparti sono un trend in continua crescita. Lo denuncia Cittadinanzattiva- Tribunale per i diritti del malato in riferimento al neonato morto probabilmente a causa di uno scambio tra una flebo di soluzione fisiologica e di latte. Se da un lato le segnalazioni per i presunti errori diagnostici e terapeutici sono calate dal 63% del 2009 al 58,9% nel 2010, dall’ altro nello stesso periodo sono più che raddoppiate quelle che riguardano le disattenzioni degli operatori sanitari, passate dal 5,8% al 12,9%. «Il personale – commenta il responsabile del Tdm Giuseppe Scaramuzza – è sottoposto ad uno stress che ci preoccupa molto a causa del blocco del turnover e dei tagli lineari adottati dalle varie manovre finanziarie ». Ma per evitare la morte del piccolo Marcus potevano essere disposti molti provvedimenti preventivi. Una prima proposta arriva proprio dal responsabile del Tdm. «Dotare i reparti di armadi differenziati tra le varie tipologie di materiale sanitario – commenta – ci sembra una prima misura da cui partire». Secondo il direttore dell’ Unità operativa neonatologia del Policlinico Casilino Piermichele Paolillo bisognerebbe, invece, diversificare i colori di flebo e sondini in base al contenuto. «I bambini prematuri – spiega – vengono alimentati o attraverso la nutrizione per sondino naso gastrico o con una flebo. In entrambi i casi il liquido è bianco. Non prevedere accortezze come distinguerle nelle linee d’ infusione da colori diversi, significa mettere a repentaglio la vita del piccolo». Consiglia l’ uso di braccialetti e di rivelatori elettronici da far indossare al paziente o da applicare sul prodotto da somminimodo strare l’ associazione Periplo Familiare. «Nel 2009 un tragico scambio di sacche sanguigne – si legge in una nota – avvenuto all’ interno del policlinico Gemelli ha provocato il decesso di una paziente alla quale era stato trasfuso sangue destinato ad un’ altra donna. L’ errore fu dovuto ad una omonimia di cognome». Da alcuni anni, in seguito ad una normativa della Comunità europea del 2001, sono disponibili presidi per rendere ben identificabile ciò che va infuso per via intestinale. In questo si potrebbe annullare del tutto il rischio di errori che possono essere fatali soprattutto per pazienti così piccoli. «In Italia, però – denuncia la Società italiana di neonatologia (Sin) – i reparti ospedalieri attrezzati con questo sistema sono solo una decina. Come tutto ciò che è migliorativo costa un po’ di più (qualche migliaio di euro all’ anno) e solo le istituzioni più illuminate hanno assecondato i clinici in questa scelta. Noi speriamo che malgrado il momento critico si scelga di investire nella sicurezza dei neonati ricoverati nelle terapie intensive adottando questo semplice sistema preventivo». Quello che è accaduto al San Giovanni è un errore gravissimo dovuto anche alle difficili condizioni in cui sono costretti a lavorare medici e personale sanitario. Ne è certo anche il Codacons. «Con i tagli alla sanità annunciati dal Governo – afferma il presidente Carlo Rienzi – il rischio è quello di un sovraccarico di lavoro per i dipendenti degli ospedali pubblici, con conseguente incremento dei casi di malasanità. Nell’ interesse dei cittadini invitiamo le autorità nazionali e quelle del Lazio ad eseguire i tagli laddove si annidano sprechi, come ad esempio nel settore dei vaccini pediatrici dove ogni anno si gettano al vento quasi 120 milioni di euro». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
francesca romaldo
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