SVOLTA CLAMOROSA NELLA VICENDA DEL SUICIDIO DEL SINDACO DI ROCCARASO
IL PRESIDENTE DEL CODACONS SI COSTITUISCE COME PARTE OFFESA NEL PROCEDIMENTO PENALE E CHIEDE ALLA PROCURA DI SULMONA DI ESSERE SENTITO COME INFORMATO SUI FATTI
NUOVA DENUNCIA PER FALSA PERIZIA CONTRO I PERITI DELLA PROCURA E DELLA SOCIETA’ PROPRIETARIA DEL PALAZZO “MALEDETTO”
Gravi interrogativi sull’inchiesta di Sulmona che ha portato al suicidio del Sindaco di Roccaraso vengono rivolti al ministro della Giustizia dall’on. Enrico Buemi dello SDI in una approfondita ed importante interrogazione presentata ieri al Senato.
Nel documento il parlamentare chiede di sapere come sia possibile che un giudice il cui marito aveva una farmacia a Roccaraso, nonché questioni con il Comune abbia potuto indagare ed archiviare un procedimento per vari reati contro un carabiniere della località montana (maresciallo Alfredo Di Gioia) pur essendosi sempre astenuta in passato. Perché non astenersi proprio in quel caso poi messo a base della cattura del sindaco Valentini. Si legge nella interrogazione: "… si sostiene che la dott.ssa Aura Scarsella, magistrato con maggior anzianità di servizio presso la medesima Procura, si troverebbe in una situazione di incompatibilità poiché il proprio marito (dott. Giorgio Leone) è titolare di una farmacia a Roccaraso ed intrattiene rapporti di vario genere con l’amministrazione comunale… Tuttavia, insistono gravi dubbi sui protagonisti delle vicende giudiziarie di cui si va parlando, poiché emerge dalla lettura di una richiesta di archiviazione della Procura di Sulmona (all.2), a firma a proprio della dott.ssa Scarsella, che quest’ultima non abbia sempre ottemperato a tale obbligo di astenersi da procedimenti che riguardavano anche il comune di Roccaraso, con l’evidente concretarsi di un’ipotesi di mancanza di imparzialità. Inoltre, ciò che più necessita di approfondimenti e chiarimenti, è il fatto che il suddetto PM Aura Scarsella non si sia astenuta proprio in relazione alla richiesta di archiviazione dal reato di peculato di cui sopra nei confronti del maresciallo dei Carabinieri di Roccaraso, Alfredo Di Gioia".
Ma la cosa più sconcertante è il dubbio che il parlamentare solleva sull’operato del p.m. Maria Teresa Leacche che ha richiesto l’arresto di Camillo Valentini ed è partita subito dopo per gli Stati Uniti d’America. Infatti nella interrogazione si legge: " Il p.m. dott.ssa Maria Teresa Leacche, la quale ha sottoscritto la richiesta di custodia cautelare in carcere era effettivamente in condizioni di poter indagare nei confronti di esponenti dell’amministrazione comunale di Roccaraso e del Sindaco Valentini in particolare? Con ordinanze a firma del sindaco di Roccaraso, ing. Valentini, erano stati disposti per ragioni di sicurezza dei provvedimenti di chiusura di un certo condominio/complesso residenziale di nome “Paradiso”, sito in località Aremogna, fino al completamento dei lavori per la messa in sicurezza. In particolare,l’ordinanza n.42 è del 5 agosto 2004 – di pochissimi giorni precedenti l’arresto del Valentini – ed in essa si dispone nuovamente l’ ”inagibilità dell’intero complesso condominio-hotel Paradiso”. ma caso strano, tra i condomini del palazzo, tutti danneggiati dalla chiusura disposta dal Sindaco risultano anche gli EREDI LEACCHE. Ma c’è di più: il 9 agosto l’amministratore del palazzo in una intervista al Centro viola il segreto istruttorio dimostrando di ben conoscere il provvedimento restrittivo che di lì a poco sarebbe stato adottato contro il Valentini dal GIP."
Intanto il Codacons procede in tutte le sedi giudiziarie: civili, amministrative e penali la propria opera di chiarezza sulla oscura vicenda. Il TAR Abruzzo deciderà a marzo il ricorso proposto contro le concessioni edilizie e ha diffidato il proprietario in udienza a non vendere le unità immobiliari fino alla sentenza.
Alla Procura di Sulmona la stessa associazione ha depositato la propria costituzione come parte offesa e chiede che siano risarciti i danni alla comunità derivati dal mostro abusivo edilizio, nominando il noto penalista avv. Claudio Coratella.
L’associazione intanto ha presentato ieri alla Procura una denuncia per falsa perizia contro i 4 periti dott.ri Ciampoli, Rampello e Mancini padre e figlia, uno perito della Procura e gli altri tre della società D’Aurora. In particolare si solleva il fatto che il Mancini padre, perito del p.m. abbia messo a disposizione della figlia, assunta dalla società e da questa pagata, la perizia fatta per il Tribunale penale e coperta dal segreto istruttorio, perizia utilizzata dalla D’Aurora per i propri interessi privati.
L’avv. Margiotta ha anche proposto opposizione alla richiesta di proroga delle indagini avanzata al GIP Lorenzo Ferri dal PM sostenendo che le indagini di fatto durano da 4 anni!!
Infine lunedì alle 10 il Presidente del Codacons Carlo Rienzi sarà alla Procura di Sulmona per essere sentito su sua richiesta, ma i suoi legali rifiutano l’interrogatorio della questura delegata considerato come hanno condotto le indagini finora.
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