17 Settembre 2004

Supermarket, prezzi bloccati fino a dicembre

Supermarket, prezzi bloccati fino a dicembre


Intesa con il governo. La grande distribuzione vuole orari più lunghi e saldi liberalizzati. I consumatori: non basta




ROMA – Prezzi bloccati nei supermercati, ma solo fino a Capodanno. L?impegno c?è. Lo ha ottenuto il ministro per le Attività Produttive, Antonio Marzano, dai grandi distributori, proprio nel giorno dello sciopero della spesa. Alla loro richiesta, in contropartita, di avere saldi liberalizzati e oorari più flessibili, dovranno rispondere le Regioni. E ad annunciare oggi i dettagli dell?intesa sarà lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi che terrà al termine del Consiglio dei ministri. Ma le associazioni di difesa dei consumatori ridimensionano la portata dell?accordo. Anzi parlano di «provocazione». «I listini dovrebbero scendere almeno del 15-20% dopo le rapine della grande distribuizione» grida l?Adusbef. E la Federconsumatori aggiunge: «I prezzi devono essere abbassati con promozioni e panieri controllati, come in Francia». Mentre l?opposizione accusa che «il governo non fa una politica di contenimento». E i Verdi minacciano «autoriduzioni».


IL GOVERNO – Sul tavolo del Consiglio dei ministri, dunque, oggi ci sarà la bozza del patto, preparata dal ministro Marzano, al termine di una serie di incontri compiuti durante l?estate, sulla scia di quanto accaduto in Francia, dove il ministro dell?Economia, Nicholas Sarkozy, però è riuscito a incassare dalla grande distribuzione l?impegno ad abbassare i prezzi del 3 per cento entro il 2005. Il 6 agosto in un faccia a faccia con i rappresentanti dei maggiori distributori (Ancc, Ancd, Faid e Federcom), il ministro aveva ascoltato le richieste di una maggiore flessibilità nella normativa che regola orari di chiusura e apertura di supermarket e ipermarket e della liberalizzazione dei saldi. Il 6 settembre aveva riportato quelle domande agli enti locali. Ieri l?incontro definitivo e l?intesa che oggi verrà presentata nei dettagli a Palazzo Chigi ricordando l?impegno assunto dal governo nel Dpef (Documento di programmazione economico – finanziaria) di tutela e difesa del potere di acquisto degli italiani.




L?IMPEGNO – I grandi distributori terranno bloccati i prezzi solo dei cosiddetti «prodotti di marca propria»: quelli messi in vendita con il marchio del supermarket. E quelli di «primo prezzo»: i generi di prima necessità di costo minore. Il governo si è detto d?accordo sulla loro richiesta di modificare la normativa su orari e saldi, ma è materia che riguarda le regioni. L?esecutivo si sarebbe detto comunque disponibile a riesaminare tutta la normativa. Fonti di Palazzo Chigi, ieri, riferivano: «Va valutato cosa si può fare in finanziaria».


«NON BASTA» – «È una provocazione per le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese» accusa Elio Lannutti (Adusbef-Intesaconsumatori). Rosario Trefiletti della Federconsumatori sottolinea che «nei supermercati ci sono stati aumenti anche negli ultimi due mesi». In ogni caso, spiega, «anche durante i saldi non si è venduto nulla. Il problema quindi non è mantenere o bloccare i prezzi, ma fare una politica di riduzione». Anche Bruno Boco della Uiltucs è scettico: «L`iniziativa è positiva, però la sensazione è che già ci fosse un processo di contenimento, quando non di arretramento, dei prezzi».


REAZIONI – L?opposizione attacca. «L?inflazione ufficiale è ben diversa da quella realmente percepita dalle famiglie, dove i prezzi dei prodotti di largo consumo crescono perché il governo non fa una politica di controllo adeguata» accusa il leader della Margherita, Francesco Rutelli, in piazza ieri assieme al ds Luciano Violante e al verde Alfonso Pecoraro Scanio per sostenere le ragioni dei consumatori. «Quando il coltivatore vende le patate a 4 centesimi e poi te le ritrovi a 1 euro in vendita – afferma Rutelli – significa che ci sono troppe intermediazioni e troppe speculazioni». «La politica dei redditi, il controllo con misure forti dell`impazzimento dei prezzi, il contenimento delle tariffe – aggiunge Marigia Maulucci della Cgil – dovrebbero essere al centro della Finanziaria 2005, che invece conterrà una programmazione inaccettabile del tasso di inflazione». «Il blocco dei prezzi è tardivo e demagogico – rincara il verde Paolo Cento – piuttosto il governo pensi a organizzare politiche di controllo sulle speculazioni fatte sull?euro e a bloccare le tariffe. Altrimenti la reazione sarà l?organizzazione delle autoriduzioni».



I PREZZI – La Cgia, associazione artigiani e piccole imprese, di Mestre ha presentato ieri uno studio che concorre a spiegare perchè i nostri prezzi sono più alti rispetto alla media europea. Da noi la pressione fiscale è del 28,9%, contro il 27,2% di media Ue; il costo di una telefonata di 10 minuti è di 1,22 euro, contro 1; il gas è di 9,47 euro per Gj, contro 8,36; e il costo della bolletta elettrica è di 0,14 al Kw contro lo 0,10.

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