30 Agosto 2002

«Sulla stessa barca»

«Sulla stessa barca»
Da Fulceri (Confesercenti) applausi
al patto nazionale con i consumatori

LIVORNO. «Le sorti del piccolo commercio e dei consumatori sono legate a filo doppio: siamo sulla stessa barca, tant`è che a pagare lo scotto sono proprio i piccoli negozianti ogni volta che cala la disponibilità di reddito delle famiglie o comunque si registrano difficoltà nella capacità di spesa». Bruno Fulceri, segretario provinciale della Confesercenti, non ci sta a veder finire di tutto un po` nel calderone della lotta al caro-prezzi: se c`è qualcuno che fa il furbo è giusto che paghi, ma guai a criminalizzare una intera categoria con il sospetto che utilizzi il paravento del cambio di moneta per lucrare guadagni extra sulla pelle di quei povericristi di consumatori che vanno a fare la spesa.
E` per questo che Fulceri guarda con grande attenzione al preaccordo firmato dai dirigenti nazionali della propria organizzazione insieme ai vertici dell“`Intesa dei consumatori“, un cartello che raggruppa un poker di associazioni come Federconsumatori, Adusbef, Adoc e Codacons. «Ancora bisogna aspettare i primi di settembre perché sia tradotto in operatività – spiega – ma è importante questa prospettiva che intanto cerca l`intesa sociale anziché lo scontro».
Da segnalare che l`obiettivo è arrivare a tenere inchiodati fino a fine anno al livello di luglio-agosto i prezzi relativi a un gruppo di prodotti di largo consumo («inizialmente nei settori alimentari, casa e abbigliamento»). Non basta, in ballo anche una pressione in tandem su Istat e governo per arrivare a due novità sul fronte della determinazione ufficiale del tasso d`inflazione: l`una è la definizione di un indice a sé per le categorie sociali meno abbienti, l`altra è la revisione dei criteri di calcolo. «Anche noi commercianti – aggiunge Fulceri – abbiamo grosse perplessità».
Ma Fulceri segnala che ciascuno deve fare la propria parte, ed ecco perché l`accordo mira a coinvolgere gli ordini dei professionisti («avvocati, medici, architetti, ingegneri, notai, eccetera») perché anch`essi mettano nel freezer le tariffe. Di più: l`esponente della Confesercenti chiama in causa anche i differenti livelli di governo per quanto riguarda la politica delle tariffe. Ed ecco allora che se Fulceri condivide l`azione dei dirigenti nazionali nei riguardi del premier Berlusconi, su scala locale invita gli enti locali a non tirarsi indietro: «Perché non tutte le tariffe pubbliche vengono determinate a Roma, ci sono margini decisionali pure qui a Livorno». E poi ricorda: «Dal nostro livello locale abbiamo sollecitato che i vertici nazionale della nostra organizzazione si muovessero in questa direzione: d`altronde, qui le difficoltà dei consumatori pesano forse più che altrove, visto che c`è stagnazione o calo dei consumi».

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