26 Ottobre 2013

Su Termoli jet l’ ombra della prescrizione

Su Termoli jet l’ ombra della prescrizione

CAMPOBASSO “Termoli jet”, corsa contro il tempo per evitare la prescrizione che scatterà, salvo rinunce da parte degli imputati, giovedì 31 ottobre. Il processo è iniziato ieri mattina e il giudice monocratico del Tribunale di Campobasso Roberta D’ Onofrio ha dato un’ improvvisa accelerazione sui tempi fissando una nuova udienza per martedì prossimo. La sentenza di primo grado arriverà prima che il reato di cui sono accusati tutti e 9 gli imputati, truffa aggravata a carico dello Stato, venga prescritto. L’ annuncio ieri pomeriggio, al termine della prima udienza del processo a carico dell’ ex governatore Michele Iorio, degli ex assessori Rosario De Matteis, Antonio Chieffo, Filoteo Di Sandro, Michele Picciano e Gianfranco Vitagliano, la cui posizione che era stata stralciata è stata riunificata ieri al processo principale. A giudizio anche gli imprenditori Giuseppe e Paolo Larivera e del dirigente regionale Domenico Pollice. Giudice che ha respinto le eccezioni ed ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile, da parte della Regione e del Codacons. Nel pomeriggio il giudice ha invitato le parti alla sintesi, in considerazione del fatto che si tratta di un procedimento di natura documentale. Prima dell’ inizio delle testimonianze il legale di Iorio , Arturo Messere, ha chiesto il proscioglimento, “perché il fatto non costituisce reato”. Ma si va avanti. La storia, che parte nel 2005, è quella relativa all’ acquisto del catamarano “Termoli Jet”, collegamento veloce tra il Molise alla Croazia. Costo dell’ operazione 8 milioni di euro e acquisto fatto dalla società Larivera, grazie a un finanziamento regionale legato ai fondi dell’ articolo 15 per il rilancio dello sviluppo del Molise dopo il terremoto del 2002 e l’ alluvione del 2003. Da allora, in realtà, la nave ha fatto ben pochi viaggi, per rimanere poi ancorata al porto di Termoli. Per l’ accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Fabio Papa, i vertici della Regione “procurarono intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale a Larivera, violando i principi comunitari della concorrenza. Gli amministratori – secondo l’ accusa – individuarono quest’ ultima azienda come partner privato dell’ operazione sulla base di inesistenti e false motivazioni di fatto dirette ad eludere i principi dela contrattazione”. Martedì si torna in aula per ascoltare gli ultimi testimoni, in attesa del verdetto che potrebbe arrivare entro 7 giorni.
carmen sepede

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