“Studiare non è un lusso“
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fonte:
- La Provincia di Como
Freno ai prezzi dei testi che sono utilizzati nelle scuole superiori. Protestano gli editori: “Lacune e metodo sbagliato“
Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i testi scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello scorso agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su bianco: per un istituto professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro; per gli istituti tecnici, che costeranno durante i cinque anni poco più di 1.200 euro, si oscillerà dai 1.115 euro previsti per l` “Aeronautico“ ai 1.290 di un “Nautico“; e mentre per gli “artistici“ la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici costerà al massimo 1490 euro. Con questi nuovi limiti, alla luce di un monitoraggio effettuato quest`anno, secondo il ministero, il 40% delle classi delle superiori italiane dovrà abbassare l`importo complessivo della spesa per i libri. L`iniziativa di viale Trastevere è stata accolta con favore dalle associazioni di consumatori che più volte hanno fatto sentire la propria voce contro il caro-libri. Ma – dicono – questo provvedimento non basta. le scuole non rispettano i limiti“ “Il vero problema è che le scuole poi non rispettano i limiti“ sostiene il Codacons che chiede al ministro di stabilire precise sanzioni da applicare nel caso di sforamento dei tetti. Invita anche le case editrici a stampare in copertina anche il peso del libro, in modo da incentivare le industrie a ridurlo e gli insegnanti a valutarlo come criterio di scelta. L`associazione Codici, sulla stessa scia, annuncia ricorsi contro le scuole che sforeranno i plafond fissati “Il tetto di spesa per i libri, infatti – spiega – è norma spesso disattesa dai collegi dei docenti, che forse con troppa facilità tendono a sostituire, di anno in anno, le edizione vecchie con quelle nuove, (che, magari, cambiano solo per la numerazione delle pagine)“. Plauso ai “tetti“ anche dal Moige che avanza alcuni suggerimenti: che le nuove edizioni vengano proposte solo ogni 5 anni, che gli aggiornamenti vengano forniti in allegati leggeri a parte, che venga incentivato lo sviluppo dell`usato. Dalla Cisl scuola arriva invece la richiesta di fare “una seria fotografia sul reddito delle famiglie per non avvantaggiare anche chi, come gioiellieri e liberi professionisti, dichiara meno di un impiegato o di un operaio“. il no delle case editrici E se Fioroni si dice “certo che anche gli editori collaboreranno a questa operazione trasparenza“, l`Associazione italiana editori critica senza mezze parole il percorso seguito dal ministro. “Ciò che stupisce – afferma l`Aie – è come la decisione sia stata “calata dall`alto“. Il punto non sono tanto i contenuti, che a una prima sommaria lettura ci sembra presentino significative lacune quali il liceo linguistico e il peso specifico di molte cosiddette sperimentazioni. Ciò che ci sconcerta è il metodo utilizzato: questo decreto doveva essere la risultanza di un percorso comune, che tenesse conto di tutte le variabili in gioco“. E così – conclude – non è stato. Ma se la resistenza degli editori era prevista, un po` a sorpresa arrivano le perplessità dei capi d`istituto. Perplessità legate alle difficoltà che potrebbero incontrare i professori. “O gli editori ora calano i prezzi dei libri scolastici o per i professori, quest`anno, sarà difficile fare la scelta dei testi“ sostiene il vice presidente dell`Associazione nazionale presidi, Mario Rusconi. I tetti “difficili“ “I tetti fissati dal ministero, infatti- segnala Rusconi- mi sembrano un po` bassi. Ad esempio per la prima classe dello scientifico si parla di 305 euro quando, in media, se ne spendono fino a 450. La dotazione libraria, infatti, comprende anche strumenti indispensabili come i vocabolari che, di fatto, fanno parte del paniere. Penso, per esempio, al liceo classico dove i vocabolari di latino e greco sono indispensabili“. Per Rusconi la notizia del decreto è comunque “positiva, soprattutto per le famiglie. Ma ora bisognerà vedere se questi testi sono applicabili con gli attuali prezzi dei libri fissati dagli editori. Probabilmente se i costi restano quelli dovremo scegliere meno libri“. Secondo il ministero, una volta che il decreto sarà operativo, il 40% delle classi delle scuole superiori italiane sarà fuori legge.
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