Studenti a casa, è già polemica Ma Chironna avverte: «Necessario tutelare la salute»
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fonte:
- Corriere del Mezzogiorno
I Da domani e fino al 30 aprile, la Puglia sarà di nuovo l’unica regione italiana a lasciare alle famiglie degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado la facoltà di scelta fra didattica integrata a distanza oppure in presenza. L’ordinanza regionale emanata la domenica di Pasqua dal presidente Michele Emiliano, sulla scorta di dati epidemiologici allarmanti, torna a far discutere, a dividere docenti, famiglie ed esperti, si tinge anche di giallo, mandando tutti in confusione. A scegliere fra dad e presenza potranno essere anche gli studenti di seconde e terze medie, nonché delle scuole superiori? Secondo le disposizioni del governo nazionale, queste scuole sono obbligatoriamente in dad, senza ovviamente possibilità di deroga, che non potrebbe certo essere meno restrittiva. Il Decreto Draghi dispone la presenza in aula, in zona rossa, solo dall’infanzia fino alla prima media. Il governo per queste classi non concede possibilità restrittive, ma lascia qualche margine di manovra a governatori e sindaci di fronte a una situazione di estrema gravità. Ma secondo l’ordinanza regionale la didattica digitale integrata dovrà essere garantita a tutti. A cogliere la contraddizione è il Codacons Lecce, che per questo ne chiede «l’immediato ritiro». «Esorbitando dai propri poteri, nonostante la Puglia sia in zona rossa – tuona il Codacons – Emiliano ha di fatto disposto la riapertura anche della seconda e terza media e della scuola superiore con obbligo da parte delle istituzioni scolastiche di accettare le richieste di didattica integrata». Il Codacons chiede quindi il «rigoroso rispetto della normativa nazionale» anche in Puglia. Dove alla Regione scoraggia la frequenza in presenza, ma di fatto lascia la palla in mano ai genitori che in misura sempre maggiore sembrano orientati a scegliere la dad. Tuttavia, proprio il Codacons nazionale in una lettera a Draghi chiede che il governo lasci la facoltà di scelta alle famiglie, ni pratica auspica il modello del governatore pugliese. La relazione che accompagna l’ordinanza di Emiliano per giustificare il provvedimento, parla chiaro. Troppo alto il numero dei contagi, la variante inglese che viaggia alla velocità della luce e presente nel 93% dei casi positivi al virus. Lo scorso marzo in Puglia sono stati rilevati 589 contagi Covid- tra i bimbi da a 2 anni, con un incremento del 32% dalla prima all’ultima settimana del mese. Troppo grande, quindi, per Emiliano, rischio di focolai, nonostante il personale scolastico, inserito nel piano vaccinale quale categoria prioritaria, sia praticamente tutto vaccinato ontro il Covid. «La Regione Puglia – si legge nella relazione tecnica – è ancora interessata da un incremento del numero di contagi, che si associa ad una circolazione virale sostenuta tra i soggetti in età scolare. variazione più rilevante è associata all’incremento nella classe 14- anni (+16%), già caratterizzato da un elevato tasso di incidenza settimanale di 323 casi ogni 100mila abitanti, e nella classe 11- anni (+9%)». Sulla questione interviene Maria Chironna, responsabile del laboratorio di epidemiologia molecolare della Clinica di Igiene del Policlinico di Bari. «Per pensare a una riapertura delle scuole in presenza senza contribuire ad una impennata dei contagi – sottolinea Chironna – sono necessari screening continui, contact tracing (saltato), distanziamento fisico idoneo e uso corretto delle mascherine, ventilazione delle aule, trasporti efficienti, evitare assembramenti agli ingressi e un indice Rt sotto l’ Tutto questo non c’è – continua Chironna – e allo stato attuale, non abbiamo nemmeno vaccini per bambini e ragazzi». « Bisogna decidere ora – aggiunge – cosa è più giusto fa- invece, per tutelare la salute collettiva». Lucia del Vecchio
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