STRAGE DI IMMIGRATI IN MARE: IL CODACONS SI RIVOLGE ALLA MAGISTRATURA
SE UNA IMBARCAZIONE E’ PRIVA DELLA STRUMENTAZIONE E GLI OCCUPANTI NON HANNO VISTI DI INGRESSO LA STESSA, UNA VOLTA AGGANCIATA, DEVE ESSERE SEQUESTRATA E TRAINATA NEL PORTO PIU’ VICINO QUALE CHE SIA LA VOLONTA’ DEGLI OCCUPANTI
Questa mattina è stato presentato dallo Sportello Immigrazione del CODACONS una denuncia alla Procura di Agrigento contro i responsabili dell’eccidio degli immigrati sul gommone libico giunto a Lampedusa con tre superstiti, chiedendo al Ministro degli Interni Maroni la trasmissione degli atti alla Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo e alla Corte Internazionale di Giustizia dell’AIA.
Nella denuncia dell’associazione si legge: “nei giorni scorsi 73 immigrati libici sono morti per cause misteriose. Alcuni di loro sopravvissuti hanno dichiarato che lo Stato Maltese avrebbe omesso di dare loro assistenza, mentre i portavoce di tale Stato smentiscono ma ammettono di avere incrociato e fatto proseguire una imbarcazione che li conteneva ,ciò nonostante fosse ovvio l’obbligo di assistenza e di traino nel più vicino porto, anche se essi avessero preferito prendere altra destinazione. E’ ovvio, infatti, che la volontà di naufraghi non forniti delle necessarie attrezzature di navigazione e di sussistenza né di documenti validi di cittadinanza non vale nulla e l’imbarcazione, a tutta evidenza coro di reato di immigrazione clandestina doveva – si ripete doveva – essere sequestrata e trainata nel più vicino porto maltese. Così stando le cose, poiché aver fatto partire dal proprio territorio, abbandonare e omettere di assistere i naufraghi o immigrati clandestini, e omettere di sequestrare una imbarcazione di tal genere costituisce crimine internazionale, alla luce della sentenza del 30.11.1976 resa dalla Corte Comunitaria nella causa Bierc. Mines de Potasse d’Alsace, delle decisioni dell’11.01.90 e del 19.09.1995 Dumez France e Tracoma c. Hessische Landesbank e altri, Marnari c. Lloyd’s Bank e Zubaibi, e da ultimo nella sentenza Cassazione Civile Sezioni Unite n.5044 dell’11.03.2004, si chiede alla Procura di Agrigento di avviare una obbligatoria azione penale diretta ad accertare se e quale paese abbia omesso i propri doveri di solidarietà umana e di assistenza e di agire nei confronti di tutti i responsabili. Del pari si chiede la trasmissione degli atti, da parte del Ministero degli Interni, alla Commissione dei diritti dell’Uomo di Strasburgo nonché alla Corte Internazionale di Giustizia della Nazioni Unite al fine di accertare i fatti e di avviare una azione di condanna nei confronti dello o degli Stati responsabili di questo grave crimine internazionale e di violazione delle convenzioni internazionali applicando le massime sanzioni possibili e ammissibili, risultando palese, tra le altre cose la violazione dell’art. 10 della nostra Costituzione.”
“Non possiamo credere che sia vero quanto dichiarato da Malta – ha commentato il presidente del CODACONS Carlo Rienzi – una volta agganciata la barca questa era nella giurisdizione di quel Paese e loro erano obbligati a sequestrarla e trainarla in porto!!”
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