Strage della Lanterna «Una comunità ferita»
- fonte:
- Corriere Adriatico
CORINALDO «Ogni giorno e ogni notte», da quasi tre anni, dopo quel tragico 18 dicembre della Lanterna Azzurra, «il nostro compito è quello di far emergere la verità». Ha aspettato qualche giorno, il sindaco Matteo Principi, per metabolizzare il ribaltone che, nell’ultima udienza preliminare del procedimento-bis sulle responsabilità colpose della strage in discoteca, ha trasformato il comune di Corinaldo da potenziale vittima, che chiedeva un risarcimento anche per i danni d’immagine,a soggetto responsabile civile. Chiamato in causa cioè con altri enti per l’eventuale risarcimento di circa quaranta parti civili, tra familiari delle sei vittime della calca, alcuni dei circa 200 feriti e anche l’associazione consumatori Codacons. La riflessione sui social Poi ieri Principi – che figura tra i 19 imputati nel procedimento in cui si ipotizzano a vario titolo i reati di disastro colposo, cooperazione in omicidio colposo, lesioni e falso – ha pubblicato nella pagina istituzionale aperta dal Comune su Facebook una lunga riflessione sul processo. Un filone che lo coinvolge in prima persona,per aver fatto parte della Commissione di vigilanza che nel 2017 diede l’autorizzazione per i pubblici spettacoli all’ex capannone agricolo trasformato in sala da ballo senza neanche una variante urbanistica. «Lo scorso giovedì – così il sindaco riepiloga gli ultimi sviluppi giudiziari – si è svolta una nuova udienza del procedimento penale per i fatti accaduti l’8 dicembre 2018 alla Lanterna Azzurra e che mi vede fra gli imputati». Principi ricorda che il Comune di Corinaldo, con una delibera di giunta votata senza la sua presenza, aveva presentato la richiesta di costituzione di parte civile «per tutelare gli interessi e diritti della propria comunità, l’economia locale e l’identità dei cittadini, puntando a ottenere – si legge nella delibera – il risarcimento di danni patrimoniali e non patrimoniali, comprensivi quelli derivanti dalla lesione dell’immagine».Ma la richiesta di ammissione tra le parti civili è stata respinta dal giudice preliminare Francesca De Palma, come era già avvenuto nel processo alla banda dello spray, mentre il Comune è stato citato dagli avvocati delle parti lese come responsabile civile. «Fin dal giorno successivo ai fatti della Lanterna Azzurra (e da lì ogni giorno ed ogni notte) ho creduto che il nostro principale scopo come Comunità – scrive il sindaco – fosse quello di metterci a disposizione in tutto e per tutto per far emergere la verità. Per cercare di accendere una luce su quanto accaduto e provare a portare un po’ di “senso” in una vicenda che non ne ha alcuno». E nella ricerca della verità su quella notte, ricorda Matteo Principi,ci sono anche le ferite di Corinaldo, «di una Comunità tutta che, senza colpe, si è ritrovata ad essere raccontata per quello che non è». «Nulla a con-fronto – tiene a precisare Principi – di quanto vivono tutti i giorni i genitori e i parenti di chi ha perso la vita quella notte. Lo so e lo saprò per tutti i giorni della mia vita. Ma rimane comunque una delle Verità che dovranno emergere, prima o poi. Ce la metterò utta». Lorenzo Sconocchini
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