Stop aumento Iva,ma piovono critiche per accise benzina
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- Ansa
(di Giovanni Innamorati) (ANSA) – ROMA, 27 SET – Il temuto aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%, che sarebbe dovuto scattare da martedì prossimo, viene evitato, almeno per tre mesi. E’ infatti approdato al Consiglio dei ministri, convocato in serata dopo i colloqui del premier Letta con Napolitano e i leader della maggioranza, il decreto preparato dal Tesoro, che contiene anche 330 milioni per la Cig in deroga per gli ultimi tre mesi dell’anno. Ma la buona notizia è offuscata da quella che riguarda le coperture finanziarie del decreto, vale a dire l’aumento di 2 centesimi dell’accise sulla benzina e l’incremento al 103% degli acconti Ires e Irap di novembre, che viene criticata sia dalla maggioranza che dall’opposizione e provoca le proteste di consumatori e imprese. Il decreto ”copre” il mancato incremento dell’Iva che così non scatterà l’1 ottobre, bensì il primo gennaio 2014. Si viene così incontro alle richieste delle associazioni dei consumatori e di quelle di commercianti ed artigiani e, a livello politico, di tutte le forze di maggioranza. Le imprese, come ha ricordato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi sottolineando che lo stop all’Iva non e’ la priorità mentre lo e’ il taglio delle tasse sul lavoro, si vedono penalizzate dalla coperture finanziarie: aumento degli acconti Ires (al 103%) e Irap di novembre, che darebbero 890 milioni allo Stato. Certo non è un aumento di tasse bensì una anticipazione, tuttavia, afferma il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi ”in una fase economica così difficile e di scarsa liquidità, chiedere un ulteriore sforzo alle imprese sarebbe eccessivo”. L’altra copertura si spalma su tutti, ed è l’incremento delle accise sui carburanti per 2 centesimi al litro fino a dicembre 2013 e poi fino al 15 febbraio 2015 di 2,5 centesimi. Contro di essa si scagliano in molti, dall’Unione petrolifera, che parla di scelta ”irresponsabile”, al Codacons che quantifica in 66 euro i maggiori costi per famiglia. Ma al governo servivano il miliardo per lo stop all’Iva, i 330 milioni per la Cig in deroga, 35 milioni per la social card e altri 120 milioni per compensare i Comuni dal mancato gettito Imu. Sta di fatto che le coperture hanno scatenato la polemica anche nel mondo politico. Daniele Capezzone (Pdl), presidente della commissione Finanze della Camera, ha parlato di ”teatro dell’assurdo”, affermando che ciò significa che ”forse sono davvero venute meno le ragioni che avevano portato alla nascita del governo delle larghe intese”. Dure le critiche anche di Scelta Civica che, con Enrico Zanetti parla di ”ennesima resa a logiche di propaganda spicciola”, e con Gianfranco Librandi, rilancia l’idea di far pagare l’Imu ai redditi alti. E critiche giungono anche dalle opposizioni, dalla Lega a Idv e Prc. (ANSA).
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