STASERA SI ALZA IL SIPARIO MENTRE ESPLODE IL CASO BENIGNI
Si alza il sipario sul Festival di Sanremo mentre esplode la polemica. Polemica sul contratto milionario di Paolo Bonolis; sulla gestione delle spese in tempi di crisi; sulla scelta di pagare Roberto Benigni con i diritti televisivi che vede Raitrade contro la stessa Rai; sugli ascolti che dovranno superare quelli critici degli ultimi anni pena il de profundis per la manifestazione. E le difese d’ufficio del conduttore e direttore artistico di Sanremo e del direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce sembrano reggere a mala pena di fronte allo tsunami degli attacchi. Con un esposto urgente, inviato ieri alle Procure della Repubblica di Sanremo e di Roma e alla Corte dei Conti, il Codacons ha chiesto il sequestro dei contratti stipulati dalla Rai con Bonolis e Benigni. «Il milione di euro percepito da Bonolis è ormai assodato – spiega l’associazione -. Ciò che non è chiaro, invece, è il compenso riconosciuto dalla Rai a Roberto Benigni. Pur di averlo sul palco dell’Ariston la Rai avrebbe ceduto i diritti delle partecipazioni del comico sulla tv di Stato da sfruttare per l’home video. Diritti valutati in 350 mila euro, ma che per alcuni potrebbero arrivare a 2 milioni di euro». «Abbiamo chiesto alle Procure di Roma e Sanremo e alla Corte dei Conti di acquisire e analizzare tutte le clausole contenute nei contratti dei due artisti – dice il presidente Codacons, Carlo Rienzi – al fine di verificare se possano essere configurabili o meno sprechi di risorse pubbliche a danno della collettività». Pronta la replica di Bonolis, ieri in conferenza stampa insieme a Del Noce, per il quale si tratta di «polemiche sterili». Bonolis ha ricordato anche la soppressione del Dopofestival perché «in un periodo di difficoltà economica generale abbiamo dovuto impegnarci a recuperare liquidi da tutte le parti». Del Noce ha sottolineato invece che «se ripercorriamo gli anni precedenti, abbiamo avuto compensi che sono in linea, se non superiori, con quello di Bonolis. Quando è venuta la crisi abbiamo incominciato a pensare ai risparmi. Tagli sul budget di Raiuno e Raifiction e anche sul Festival. Il risparmio finale è di mezzo milione di euro rispetto all’anno scorso». Quanto ai compensi di Benigni, che per la sua esibizione di stasera ha ricevuto carta bianca («ci divertiremo molto, è caricato a pallettoni» secondo Bonolis), «noi non ci rimetteremo nulla», ha commentato Del Noce. Ma Raitrade, la società che ha in esclusiva la commercializzazione del prodotto Rai, non è dello stesso avviso. In una lettera inviata al direttore generale Rai Claudio Cappon da Carlo Nardello, ad di Raitrade, si mette in guardia l’azienda evidenziando l’eventuale danno derivante dal "baratto" con Benigni. Raitrade commercializza il patrimonio delle Teche Rai secondo i parametri di mercato che prevedono per lo sfruttamento dei diritti materiali Home Video nel mondo un corrispettivo base di 2.200 euro al minuto; e negoziando condizioni ad hoc per minutaggi consistenti. Secondo queste cifre, se a Benigni sono stati ceduti 500 minuti, il valore di mercato al quale potrebbe acquistarlo un editore che volesse realizzare un Dvd, sarebbe di un milione e 100.000 euro, se i minuti fossero 1000 il valore arriverebbe a 2.200.000 euro. L’accordo con Benigni sarebbe di tutt’altro importo: 350 mila euro. Nardello nella lettera a Cappon sottolinea il principio della «non esclusiva» che invece tutelerebbe maggiormente gli interessi Rai. La proposta fatta a Melampo, l’agenzia di Benigni, nel gennaio scorso – e mai firmata – prevedeva una licenza non esclusiva della durata di 5 anni per l’utilizzo dei materiali di Benigni «con la ripartizione dei proventi 65% Melampo e 35% RaiTrade». C’è, infine, la spinosa questione degli ascolti. Del Noce ha ammesso che «o arriveranno i risultati o dovremo ufficializzare la crisi di questo evento».
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