17 Febbraio 2009

Stamattina il comico dovrebbe firmare Ma il Codacons fa un esposto in Procura

  Per sapere chi vincerà il prossimo Festival di Sanremo, al di là dei pronostici della vigilia, bisognerà attendere sabato ma a rischiare di perderlo, tra le critiche, potrebbe essere la Rai che lo organizza. Sulla gara musicale incombe, infatti, come una spada di Damocle non solo il rischio Auditel e la crisi pubblicitaria ma, soprattutto, le polemiche sui compensi degli artisti (in modo particolare su quelli di Bonolis e Benigni), tanto che sul contratto per la partecipazione di Benigni è un vero e proprio giallo. Fino a ieri sera, infatti, la copia autografa del contratto del comico toscano per la sola prestazione di stasera – per un valore di 350 mila euro – non era ancora tornata negli uffici di viale Mazzini. Segno, questo, che la Melampo (la società che si occupa degli interessi e dell’immagine di Benigni e non solo) non intende assolutamente recedere dalla richiesta di legare a doppio filo la partecipazione dell’attore al Festival con i diritti di home video custoditi fino a oggi, come un bene preziosissimo, dall’archivio della Rai. Ma alla fine la spunterà proprio la Melampo, tant’è che – fonti autorevoli del cda – assicurano che il contratto questa mattina sarà firmato. E come molti sostengono la Rai cederà alla richieste. Benigni, o chi per lui, infatti, non recede di un millimetro dal diktat con il rischio che la tv pubblica, nella battaglia contrattuale delle ultime ore, lasci sul campo il meglio del suo patrimonio. Un bel gruzzoletto che dalla Direzione commerciale dell’azienda di viale Mazzini è stato – per soli cinque anni anni – in circa due milioni di euro. Tant’è che l’amministratore delegato di Raitrade Carlo Nardello, in una lettera inviata al direttore generale Claudio Cappon, mette in guardia l’azienda sottolineando «l’eventuale danno derivante dal "baratto" tra la partecipazione dell’artista a Sanremo e la cessione dei diritti home video delle sue esibizioni tv».  Il dibattito è acceso, anzi rischia di infiammarsi a tal punto che il Codacons, con un esposto urgente alle Procure di Sanremo e di Roma, ma anche alla Corte dei conti, ha chiesto il sequestro dei contratti stipulati dalla Rai sia con il presentatore e direttore artistico della manifestazione, Paolo Bonolis, che con Benigni.  «A questo punto – spiega il presidente del Codacons, Carlo Renzi – chiediamo di verificare se esistano sprechi di risorse a danno della collettività. La Rai, infatti, è un servizio pubblico finanziato dal canone dei cittadini e la sua gestione deve essere accorta e rispettosa degli utenti». Ancora più esplicito e duro è, ovviamente, il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri. «Invece di fare regali a Benigni – spiega l’ex ministro delle Comunicazioni – la Rai paghi il giusto e ascolti Raitrade che diffida Cappon da una cessione non motivata di diritti dal valore ingente. Sappia Cappon – ammonisce Gasparri – che siamo pronti a chiamarlo a rispondere legalmente dei danni patrimoniali che potrebbe causare alla Rai». Scelte sbagliate per il senatore del Pdl e che proprio sulla questione-diritti potrebbero creare un precedente pericoloso per l’azienda come, del resto, nei giorni scorsi hanno sottolineato i consiglieri d’amministrazione Giuliano Urbani e Marco Staderini e che lo stesso Nardello non ha mancato di sottolineare nella lettera inviata alla direzione quando sostiene che «la non esclusiva è un principio base, in quanto non solamente Benigni vuole raccontare la sua storia ma la stessa cosa vogliono fare da Celentano a Baudo, da Arbore a Biagi». Infine, Nardello fa due conti: «Seguendo un listino con condizioni trasparenti si prevedono per lo sfruttamento dei diritti materiali di home video nel mondo un corrispettivo di 2.200 euro al minuto che moltiplicati per i minuti danno esattamente il peso del valore». Insomma se sono cinquecento, i minuti valgono un milione, se sono mille valgono il doppio. Ora, però, dopo le critiche di questi ultimi giorni resta da conoscere la reale entità dell’accordo e, soprattutto, cosa hanno fissato nero su bianco la direzione generale della Rai da una parte e gli agenti del premio oscar.

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