25 Aprile 2010

Sta per sfumare il sogno dei contribuenti di recuperare l’ Iva

Sta per sfumare il sogno dei contribuenti di recuperare l’ Iva versata negli ultimi cinque anni per la tariffa igiene ambientale dovuta a Veritas. Lo paventano le associazioni dei consumatori – Codacons in testa – dopo che un deputato del Pdl, Maurizio Leo, assessore al Bilancio del Comune di Roma, ha presentato alla commissione Finanze della Camera un emendamento interpretativo, da inserire all’ interno del decreto incentivi, che stabilisce che qualora sia stata addebitata l’ Iva ai contribuenti, in modo erroneo secondo quanto stabilito da una pronuncia della Corte costituzionale del 24 luglio 2009, questa dev’ essere considerata una quota della stessa tariffa di igiene ambientale. L’ emendamento di Leo è stato recepito dal sottosegretario all’ Economia, Daniele Molgora, e si appresta a essere approvato in via definitiva, a meno che alla commissione Finanze non giungano altri emendamenti di tenore diverso. Con il correttivo presentato in commissione verrebbe di fatto annullato l’ obbligo di restituire l’ Iva, secondo quanto prescritto lo scorso anno dalla Consulta. Un onere colossale per lo Stato che, attraverso i gestori, si sarebbe trovato a dover pagare qualcosa come un miliardo di euro ai contribuenti italiani. Solo nel Comune di Venezia Veritas, tenuta ad applicare l’ Iva sulle bollette della Tia, avrebbe dovuto restituire qualcosa come 5,4 milioni di euro, moltiplicati per le cinque annualità versate e non ancora prescritte. Soldi che, beninteso, l’ ente che gestisce l’ igiene ambientale non ha materialmente incassato, essendo tenuta a girarli all’ Erario. Nei mesi scorsi, in attesa di indicazioni dallo Stato sul da farsi, Veritas aveva comunicato ai contribuenti che avrebbe continuato ad applicare l’ Iva sulle bollette Tia. Ma nel frattempo alcuni Comuni, come Mira, Pianiga e Scorzè, avevano autonomamente deciso di attenersi al dettato della Consulta e di non far più pagare l’ imposta. In attesa di notizie molti contribuenti, su consiglio delle associazioni dei consumatori, avevano cominciato a raccogliere le bollette pagare negli ultimi cinque anni per poter eventualmente richiedere il rimborso del 10 per cento versato a titolo di imposta sul valore aggiunto. Uno scrupolo che, alla luce dell’ iniziativa presa dal Governo, potrebbe rivelarsi vano. Per scongiurare questa eventualità, i consumatori promettono comunque battaglia. «Non lasceremo al Governo la possibilità di cancellare i diritti degli utenti a colpi di decreto», si legge nel sito del Codacons, che si prepara a sollevare il dubbio di costituzionalità del decreto presso la Consulta. © riproduzione riservata (Domenica 25 Aprile 2010)

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