16 Ottobre 2009

Spara a salve la class action italiana

  Il governo ha Approvato il disegno di legge di Brunetta, ma i consumatori non ci stanno  Il provvedimento esclude il risarcimento del danno. Si potrà soltanto chiedere al giudice di far cambiare condotta alle amministrazioni e ai concessionari di servizi pubblici
 Ne aveva fatto un punto d’onore, contro il parere dei suoi colleghi che non avrebbero voluto coinvolgere le amministrazioni pubbliche nelle future cause collettive. Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, però, non ha voluto sentire ragioni e ha preparato un decreto legislativo per le Class action contro le pa e i concessionari di pubblico servizio, che il consiglio dei ministri ha approvato ieri. A sentire le reazioni delle associazioni dei consumatori, il suo sforzo non sembra comunque aver suscitato entusiasmi. Anzi al contrario l’irritazione regna sovrana. Il ministro, infatti, ha escluso radicalmente il fondamento di ogni vera class action, ossia il risarcimento del danno. Anche se comportamenti, azioni od omissioni delle amministrazioni o dei concessionari verranno riconosciute da un giudice, chi ne è stato danneggiato non riceverà un euro. Il magistrato potrà solo imporre ai responsabili dell’ingiustizia di mettervi riparo entro un termine congruo, ma anche in questo caso, senza oneri aggiuntivi per lo Stato. Del resto, lo ha spiegato lo stesso Brunetta, l’obiettivo principale è «di indurre il soggetto erogatore dell’utilità a comportamenti virtuosi». Insomma, poco più di una moral suasion. A ricorrere potranno essere singoli o associazioni «qualora siano violati i termini e gli standard nell’esercizio di una funzione pubblica o nell’erogazione di un servizio pubblico. L’azione sarà coordinata con gli altri rimedi di legge alle carenze della pa e dei concessionari, sarà ampiamente pubblicizzata e messa in grado di assicurare il rapido accertamento delle pretese davanti al giudice amministrativo. Un’impostazione che non ha convinto i consumatori.  La class action «così come prevista dalla riforma Brunetta, è una colossale presa in giro per tutti i cittadini italiani», ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Non solo. «Un’azione collettiva di questo tipo», ha rincarato la dose Rienzi, «svilisce la figura del consumatore italiano rispetto ai consumatori europei o americani, e Brunetta se la può tenere, visto che agli utenti non interessa. A questo punto chiediamo che la tutela dei consumatori italiani sia affidata al sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, dal momento che in Italia per i cani si è fatto molto più che per gli utenti». Per il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Finanze al Senato e già segretario dell’Adusbef, Elio Lannutti, quella passata ieri è una «brunettata». «Quando un istituto giuridico non prevede un risarcimento», ha commentato Lannutti, «non si capisce che funzione di deterrenza possa avere e soprattutto a chi possa servire».
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