Spacciava uve comuni come Brunello di Montalcino
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fonte:
- il Salvagente
Sgominata una mega truffa ai danni di consumatori e produttori. Il Codacons parte civile
Spacciava uve comuni come Brunello e Rosso di Montalcino. Per questo un consulente tecnico è stato denunciato con le accuse di frode in commercio, accesso abusivo a un sistema informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso.
È stata così scoperta dalla guardia di finanza di Siena una una colossale truffa ai danni del Consorzio del Brunello che ha portato al sequestro di oltre 160.000 litri di vino.
Truffava aziende e consumatori
L’uomo, consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di Montalcino, rimaste vittime della frode – con la collaborazione di altri complici in corso di identificazione – abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia conquistata, è riuscito ad entrare in possesso di documentazione e materiale originale attestante la Docg (contrassegni di Stato, documenti di trasporto, fatture etc.) e a riprodurlo in modo perfetto. Dopo di chè vendeva tali uve alle aziende produttrici del Brunello e del Rossi di Montalcino.
Codacons parte civile
L’associazione dei consumatori Codacons non sta a guardare. E ha già annunciato che si costituirà parte civile nel processo contro il consulente-tecnico. “Casi come quello del Brunello rappresentano un immenso danno per i consumatori, sia sul fronte materiale che su quello morale – spiega il presidente Carlo Rienzi – Da un lato, infatti, i cittadini subiscono una lesione della buona fede e un inganno, acquistando un prodotto sulla base di promesse caratteristiche che esso non ha; dall’altro, spendono di più per un bene che solo sulla carta possiede qualità superiori, con conseguenze economiche evidenti”.
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Tags: Brunello di Montalcino, parte civile, vino