Sospensione delle attività didattiche in presenza: 2 ordinanze campane sono state illegittime secondo il Tar
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fonte:
- Salerno Today
“Illegittime” le ordinanze del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca firmate il 16 gennaio 2021 e il 27 febbraio 2021 per la sospensione delle attività didattiche in presenza nelle scuole della Campania. Lo ha stabilito il Tar Campania sul ricorso presentato da un gruppo di genitori e dal Codacons Campania. In precedenza i giudici amministrativi avevano già disposto delle sospensive riguardo le ordinanze. Quella del 16 gennaio stabiliva la sospensione delle attività didattiche in presenza “delle classi quarta e quinta della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado”, mentre l’ordinanza del 27 febbraio stabiliva la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado dal 1° marzo al 14 marzo 2021. Entrambe le ordinanze, “stante la loro natura temporanea e la scadenza del termine in esse fissato”, non sarebbero più efficaci, ma la quinta sezione del Tar Campania (presidente estensore Maria Abbruzzese) ha accertato l’eventuale illegittimità ai fini risarcitori.
Le motivazioni
Sulla sentenza di ieri si legge che “la disposta sospensione delle attività didattiche in presenza per la Regione Campania, in via generalizzata, nei periodi considerati nelle ordinanze restrittive, non ha tenuto conto della regolamentazione per fasce di rischio contenuta nella normativa statale”. Mentre la regolamentazione, “aveva già operato, ex ante, il bilanciamento tra diritto alla salute e diritto all’istruzione, nel senso di sacrificare il secondo al primo nei casi di maggior rischio (regioni “rosse”) e, in via progressivamente più restrittiva, all’aumentare dell’età dei discenti (curando, ove possibile, il mantenimento della didattica in presenza per gli alunni più piccoli)”.
Il commento del presidente del Codacons, Matteo Marchetti:
“Dopo un anno di battaglie è giunto il riconoscimento al grande lavoro svolto il presidente De Luca attraverso i decreti era stato più volte rimandato, non si è voluto uniformare e quindi adesso è stato definitivamente bocciato. Il diritto all’istruzione non può essere sacrificato come invece ha sostenuto la Regione violando per mesi e mesi deliberatamente le norme dello Stato. A questo punto si apre la strada del risarcimento per tutti coloro che dimostreranno di aver subito un danno”.
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