12 Dicembre 2012

SMOG, ARCHIVIATE LE ACCUSE DEL CODACONS CONTRO FORMIGONI

SMOG, ARCHIVIATE LE ACCUSE DEL CODACONS CONTRO FORMIGONI

 

Milano, 12 dicembre 2012 – E´ stato definitivamente archiviato il procedimento intentato dal Codacons contro il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni a riguardo dell´inquinamento atmosferico. Il Gip ha “integralmente accolto” la richiesta in questo senso presentata dallo stesso Pubblico ministero. L´archiviazione disposta dal decreto riguarda anche l´ex sindaco di Milano Letizia Moratti, l´ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati, quello attuale Guido Podestà e l´allora sindaco di Legnano Lorenzo Vitali. Respinta dunque alla radice l´accusa mossa da Codacons e alcuni comitati di cittadini in vari esposti, l´accusa cioè di “inefficiente intervento… Per contrastare l´inquinamento atmosferico, in violazione della normativa nazionale e comunitaria”. Il decreto del gip, richiamando tre perizie tecniche, afferma in sostanza, per quanto riguarda la Lombardia, che: 1) da parte della Regione sono state messe in campo normative organiche e adeguati interventi emergenziali e strutturali; 2) quello che manca è un piano nazionale dell´aria che affronti in particolare l´intera situazione della Pianura padana, area climaticamente assai sfavorita; 3) gli effetti dell´inquinamento (in generale) sulla salute dei Lombardi sono non dissimili dalle grandi regioni europee; 4) misurare i danni alla salute riferiti a una singola causa (es. Pm10, ndr) è arbitrario. In conclusione il decreto stabilisce la “non sostenibilità dell´accusa in giudizio, senza che ulteriori approfondimenti delle indagini tecniche e degli studi epidemiologici condotti possano condurre a risultati diversi. La richiesta di archiviazione del Pm va dunque integralmente accolta”. Commenta il presidente Formigoni: “Questo atto della Magistratura non solo certifica che l´azione di Regione Lombardia ha assolto gli obblighi di legge e che non si configura quindi nessuna omissione penalmente rilevante, ma conferma, sulla base di documentazione scientifica, la positività delle leggi e dell´azione di contrasto all´inquinamento dell´aria sviluppate da Regione Lombardia in questi anni, che essa si svolge nelle condizioni più difficili a causa della conformazione della Pianura padana, che è indispensabile un Piano dell´aria nazionale, che da anni inutilmente chiediamo”. Legge Modello – Nel testo del Gip si trova scritto che “con la legge regionale n. 24/2006 è stato affrontato in modo organico e ad ampio raggio il tema della riduzione delle emissioni nei settori chiave, indicandone le priorità e prevedendo sanzioni e norme finanziarie”. “Permane la carenza di un Piano nazionale e di una struttura di coordinamento, che sia in grado di acquisire risorse governative ed europee specifiche per la zona di Milano e la Pianura padana, soggetta, per la congiuntura metereologica particolarmente sfavorevole, a stati ricorrenti di emergenza ambientale nazionale” (dalla relazione del prof. Michele Giugliano depositata il 31-3-2011, citazione tratta dal decreto). Sulla stessa linea l´elaborato del consulente tecnico prof. Maja, sempre riportato nel decreto: “La Regione Lombardia, a partire dagli anni ´90, ha definito piano programmi e azioni finalizzati alla riduzione dell´inquinamento atmosferico provocato dal settore dei trasporti. In tale contesto la legge regionale e la Dgr 891 del 6 ottobre 2009, attuativa dell´art. 2 della citata legge, hanno rappresentato un importante esempio di intervento normativo sistematico, da giudicare positivamente con riferimento agli interventi a breve e a lungo termine programmati”. Le Misure Adottate – La relazione tecnica rileva poi la natura “prettamente emergenziale” delle giornate di blocco della circolazione, dato che la loro efficacia “è da ritenersi limitata”. Bene invece le “limitazioni stagionali della circolazione di alcune categorie di veicoli che valgono a diminuire l´apporto di inquinanti nell´atmosfera” (in atto da anni in Lombardia da ottobre ad aprile). La Peculiarità Lombarda E Padana – Secondo gli atti le cause di natura meteo-climatica risultano avere “valenza decisiva nella severità di manifestazione del fenomeno dell´inquinamento dell´aria in Lombardia… La Pianura padana si rivela una delle regioni meno adatte, a livello europeo se non mondiale, ad ospitare emissioni consistenti ed addensate… Il clima di Milano in particolare è caratterizzato dalla quasi totale assenza di venti di una certa forza, in grado di ripulire gli strati bassi dell´atmosfera se non per il fohen che spira per soli 7-10 giorni all´anno. In tali giornate le rilevazioni effettuate hanno consentito di osservare valori bassissimi di concentrazione degli inquinanti”. Un altro elemento messo in luce dagli atti è che “il 40% del pm10 totale rilevato in Lombardia, dipende da emissioni collocate all´esterno della regione”. Urgenza Di Un Piano Nazionale – “Emerge con assoluta evidenza dalla mole degli atti compendiati nel presente provvedimento – si legge nel decreto – la necessità impellente di una concreta azione a livello nazionale per fare fronte alla situazione dell´inquinamento atmosferico”. E più oltre. “La legittima aspirazione dei cittadini lombardi e delle associazioni di categoria che li rappresentano alla salvaguardia del diritto alla salute rispetto ai danni da inquinamento atmosferico e del diritto ad un ambiente salubre deve trovare risposta in primo luogo in sede nazionale, conformemente ai principi costituzionali dello Stato sociale, deputato a dare concreta e positiva attuazione ai diritti fondamentali indicati”. Effetti Sulla Salute – A questo riguardo il magistrato ha acquisito la consulenza dell´epidemiologo, prof. Luigi Bisanti, il quale, “dopo aver analizzato il rischio per la salute derivante dall´esposizione agli inquinanti atmosferici, ne ha evidenziato la natura probabilistica tale che il nesso causale tra esposizione e malattia è appunto sempre regolato dalla categoria della probabilità”. Peraltro “dall´integrazione di consulenza tecnica agli atti risulta la coerenza, per tipo e dimensioni, dei danni alla salute prodotti dall´inquinamento atmosferico a Milano nel periodo 2004-2009 con quelli di altre città europee. Risulta altresì che l´attribuzione degli effetti sulla salute delle singole fonti di emissione… È frutto di assunzioni poco verificabili e perciò è gravata da una forte componente arbitraria”.

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