Smog a Milano, la procura «assolve» i politici
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fonte:
- Corriere della Sera
Il «complesso di strategie, norme, risorse ed interventi messi in campo» contro lo smog «non risulta adeguato alle criticità». Conseguenza: «Ricorrenti situazioni di rischio non accettabili per la salute». Che si possono quantificare in dettaglio: «Nell’ insieme si può affermare che da 550 a 900 decessi/anno sono attribuibili a Milano agli inquinanti dell’ atmosfera urbana». Nonostante queste conclusioni, contenute nell’ ultima relazione unitaria dei periti depositata il 15 settembre 2011, il pm Alessandra Cecchelli ha chiesto l’ archiviazione delle accuse a carico di Roberto Formigoni, Guido Podestà, Filippo Penati e Letizia Moratti. L’ inchiesta sull’ inquinamento a Milano, che ruotava intorno a due accuse (omissione in atti d’ ufficio ed emissioni pericolose di gas – articolo 674 del codice penale) era nata quasi cinque anni fa a seguito di un esposto del Codacons, e nel 2009 i cinque nomi dei politici erano entrati nel registro degli indagati. Gli atti e le motivazioni che hanno portato alla richiesta di archiviazione (peraltro bocciata una prima volta dal Gip) si potranno conoscere solo nei prossimi giorni, ma la chiusura dell’ inchiesta lascia aperta una domanda in qualche modo epocale per Milano e la Lombardia: possono i cittadini chiedere (e ottenere) la tutela della salute dai danni da smog per via giudiziaria? E una questione ancor più ampia: il codice penale è aggiornato per rispondere alle richieste di giustizia su questi temi, che negli ultimi vent’ anni sono stati oggetto di ricerche scientifiche che ne hanno rivoluzionato le conoscenze? Il Codacons è convinto che una via giudiziaria ci sia, e per questo presenterà opposizione all’ archiviazione: «Il ragionamento ci pare molto semplice – spiega il presidente dell’ associazione, Marco Maria Donzelli – quando vengono superati i 35 giorni di inquinamento in un anno per le polveri sottili, automaticamente si individua una omissione da parte degli organi preposti alla tutela della salute dei cittadini. Altre interpretazioni non ci possono essere». Fino ad ora, nel solo 2012, i giorni di superamento dei limiti di polveri sottili nell’ aria sono stati 65, contro i massimo 35 concessi in un anno. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ritiene invece che la decisione della Procura riconosca la correttezza delle politiche del Pirellone: «Come avevo sempre detto, l’ esposto presentato dal Codacons e da altri era del tutto strumentale, immotivato e infondato». Sull’ approccio della politica all’ emergenza smog, le perizie elaborate durante l’ inchiesta contengono però giudizi durissimi. Se l’ elaborazione di studi, piani e programmi è stata adeguata alle norme europee, l’ applicazione delle leggi e la verifica degli effetti è stata carente o del tutto assente. Come dire: gli adempimenti burocratici sono tutti in regola, ma quelle leggi sono rimaste in gran parte sulla carta. Spiegano i periti: «Un giudizio positivo circa i contenuti e la struttura di piani, programmi e misure si scontra con l’ effettiva realizzazione degli stessi, nei tempi preventivati e con le risorse stanziate, talvolta anche a causa di difficoltà di carattere sociale». E ancora: «È possibile constatare la mancanza di uno strumento che sia in grado di monitorare l’ effettiva attuazione delle misure proposte». In sostanza gli esperti spiegano che le leggi contro lo smog sono state scarsamente applicate e che nessuno si è mai preoccupato di verificarne l’ efficacia. Altrettanto dura la valutazione sul Comune e su una riforma del trasporto merci (una delle principali fonti di smog in città) di cui si parla da anni. «A Milano – conclude la relazione – questo problema è stato oggetto di studi e progetti, i quali però, avendo subito l’ opposizione di alcune categorie, per esempio commercianti e trasportatori, non sono mai stati opportunamente sostenuti dalle istituzioni, né tantomeno realizzati». Gianni Santucci [email protected] RIPRODUZIONE RISERVATA.
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