Sigarette elettroniche vietate nelle scuole
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fonte:
- Il Tempo
Sigarette elettroniche fuori dalle scuole, uso sconsigliato alle donne in gravidanza o in allattamento, regolamentazione chiara sulla pubblicità al fine di evitare il rischio di induzione al tabagismo, ricariche con chiusura di sicurezza a prova di bambino. Sono questi i contenuti principali del parere inviato al ministero della Salute dagli esperti del Consiglio Superiore di Sanità (Css), riuniti ieri per discutere sulla eventuale collocazione delle sigarette elettroniche contenenti nicotina tra i medicinali, pur in assenza di una esplicita destinazione d’ uso in tal senso nonché su una metodologia per la valutazione della pericolosità di questi dispositivi. Il Consiglio superiore di sanità ha ritenuto che «non vi siano, allo stato delle conoscenze, sufficienti evidenze per far rientrare le sigarette elettroniche tra i «medicinali per funzione» e ha raccomandato al ministero di «costituire un tavolo permanente ove far convogliare le diverse fonti di dati e osservatori». Inoltre, si legge in una nota del ministero, di «progettare iniziative informative sui potenziali pericoli legati all’ uso di questi strumenti e di promuovere attività di ricerca e studio sui vari aspetti della problematica». Il Consiglio ha anche raccomandato di mantenere il divieto di vendita ai minori di anni 18 di sigarette elettroniche con presenza di nicotina; ha indicato alcune prescrizioni relative all’ etichettatura e alle informazioni da fornire al cittadino, sia per le sigarette elettronisia per le cartucce di ricarica, e il monitoraggio di possibili sovradosaggi da nicotina attraverso gli interventi effettuati dalle strutture di Pronto Soccorso del Servizio sanitario nazionale. Infine il Consiglio Superiore di sanità segnala come opportuno che sia raccomandato che le sigarette «non siano utilizzate dalle donne in gravidanza o in allattamento; che ne venga vietato l’ utilizzo nelle scuole (al fine di non esporre la popolazione scolastica a comportamenti che evocano il tabagismo); che venga regolamentata la pubblicità di tali dispositivi, al fine di evitare il rischio di induzione al tabagismo e che le ricariche abbiano la chiusura di sicurezza a prova di bambino». Il Consiglio si è riservato di riesaminare la questione non appena si rendano disponibili a livello nazionale e internazionale nuovi e rilevanti elementi. «Sono state accolte in pieno le nostre richieste. Ora non servono altri passaggi: basterà applicare le norme vigenti, compresa la legge Sirchia, anche alle sigarette elettroniche, così da far valere il divieto nei luoghi pubblici». Ad affermarlo è il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. La comunità scientifica – aggiunge Rienzi – non ha ancora raggiunto risultati certi che possano affermare con sicurezza l’ assoluta non nocività dell’ utilizzo della sigaretta elettronica». Il divieto della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici deciso in Francia potrebbe pertanto diventare presto realtà anche in Italia. «La notizia che arriva da Parigi serve a rafforzare opinioni già consolidate tra gli esperti italiani» – ha detto il professor Silvio Garattini, direttore dell’ Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Neri, che si dice «assolutamente d’ accordo» con il divieto firmato dal ministro francese della Sanità, «perché non ci sono dati controllati con test scientifici adeguati che permettano di stabilire se la sigaretta elettronica sia in grado, in quale misura e per quanto tempo, di disintossicare dall’ abuso del tabacco». Secondo il prof. Garattini il modello francese potrebbe indirizzare gli esperti del Consiglio superiore di Sanità sulla stessa strada: «Ci vuole una regolamentazione più rigida anche in Italia – insiste il professore – Ci sono modelli che rilasciano nicotina e altri che impiegano sostanze chimiche che producono la sensazione di aspirare vaniglia, fragola o cioccolata e non ci sono studi che attestino la sicurezza di questi composti e gli eventuali danni a lungo termine».
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