22 Novembre 2021

Sicurezza stradale, Anas: il 28,38% dei guidatori non utilizza la cintura in auto

Un automobilista su 3 non utilizza la cintura di sicurezza, la metà dei bambini viaggia senza seggiolino e due giovani su 10 usano il cellulare alla guida. Preoccupano, dunque, i dati emersi dal monitoraggio Anas sugli stili di guida degli utenti e la sicurezza stradale.

Il cellulare viene utilizzato impropriamente durante la guida dal 12,41% del totale dei guidatori monitorati. Una percentuale che risulta elevata se confrontata con i dati europei che variano dall’1% all’11% in diversi paesi (European Commission, 2018).
Sicurezza stradale, uso della cintura di sicurezza

Per quanto riguarda la cintura di sicurezza, il 28,38% del totale dei guidatori monitorati non la utilizza; la percentuale risulta superiore (31,87%) con riferimento al mancato utilizzo da parte del passeggero anteriore e sale ancora di più con riferimento al mancato utilizzo della cintura di sicurezza da parte dei passeggeri posteriori (80,12%), evidenziando la quasi totalità di non utilizzo rispetto al campione monitorato.

I dati rilevati – spiega l’Anas – suggeriscono una diversa percezione del comportamento di allacciare la cintura se ci si trova in posizione anteriore o posteriore sulla vettura: possono incidere sia l’abitudine sia la percezione del rischio oltre che la durata dello spostamento (per brevi distanze si tende ad utilizzare meno le cinture).

Inoltre, l’obbligo di indossare la cintura sui sedili posteriori è più recente; pertanto occorre tempo perché la norma venga recepita (conoscenza) e applicata sistematicamente (consolidamento dell’abitudine). In termini di percezione del rischio, viaggiare sui sedili posteriori è ritenuto meno pericoloso. Mentre per quanto riguarda i passeggeri anteriori dei veicoli, i segnalatori acustici sulle vetture contribuiscono al corretto utilizzo.
Bambini a bordo

Secondo il monitoraggio, i dispositivi di ritenuta dei bambini non vengono utilizzati dal 49,47% del totale del campione monitorato; in pratica, nella metà delle osservazioni effettuate si è riscontrata questa violazione.

Le ragioni – spiega l’Anas – possono ricondursi sia a fattori generali, quali percorrenza di tragitti brevi, viaggiare sui sedili posteriori e quindi percezione di rischio minore, normativa più recente, sia a fattori specifici, quali le proteste dei bambini, la necessità di acquistare e installare il dispositivo che non è già presente sulla vettura.

Sicurezza stradale, quali sono le percezioni degli utenti?

Il monitoraggio ha indagato anche le percezioni del rischio degli utenti. Tra i comportamenti rischiosi degli altri utenti della strada spaventano il mancato uso degli indicatori di direzione (17%), la velocità pericolosa (10%), sorpassi pericolosi (8% e 6%) e le manovre di sorpasso a destra (6%).

Mentre, tra i propri comportamenti rischiosi alla guida sono stati citati la velocità pericolosa (28%), l’uso del cellulare alla guida (19%) e il mancato uso degli indicatori di direzione (17%).

Tra le maggiori cause di distrazione alla guida troviamo, secondo il parere degli utenti, l’utilizzo del cellulare (43%), il dialogo con i passeggeri (11%) e i pensieri quotidiani (11%). Gli utenti che utilizzano le cinture di sicurezza sui sedili anteriori lo fanno per abitudine (53%) o grazie all’avvisatore presente sul veicolo (18%). Infine, le cinture di sicurezza non vengano usate sui sedili posteriori per errata percezione del rischio (56%) e perché non sono ritenute come obbligatorie (33%).
Codacons: violazioni incentivate da carenza di controlli

Secondo il Codacons, le trasgressioni al Codice della strada sono incentivate dall’assenza di controlli.

“Gli automobilisti – afferma il presidente Carlo Rienzi – continuano ad usare il telefonino alla guida o a non allacciare la cintura di sicurezza perché sanno di poterla fare franca e di non essere sanzionati per le violazioni commesse. E a nulla serve inasprire le sanzioni e introdurre misure più restrittive nel Codice della strada se poi non si è in grado di far rispettare le disposizioni e di sanzionare i trasgressori”.

“Ricordiamo che gli incidenti stradali hanno un costo sociale che ha raggiunto in Italia i 35 miliardi di euro all’anno, costo che potrebbe essere abbattuto incrementando i controlli lungo le strade e sanzionando con maggiore severità le violazioni del Codice della strada”, conclude Rienzi.

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