Sicilia, «restituire i soldi»
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fonte:
- Alto Adige
- Corriere delle Alpi
- Il Mattino di Padova
- Il Piccolo
- il Tirreno
- La Nuova Sardegna
- La Nuova Venezia
- La Provincia Pavese
- La Tribuna di Treviso
- Messaggero Veneto
- Trentino extra
Lo chiede ufficialmente il Codacons ai politici coinvolti.
di Rosa Maria Di Natale PALERMO Un rimpasto di giunta bloccato con un severo stop ad eventuali ingressi di parlamentari, i distinguo del governatore Crocetta, i consumatori che si costituiscono parte civile. Ma anche un rapporto di mille pagine della Guardia di finanza che riguarda tutti i gruppi parlamentari, in cui c’ è ancora molto da scoprire, almeno a livello pubblico. Infine, l’ incognita di una eventuale seconda inchiesta che potrebbe regalare nuovi sviluppi. All’ indomani del ciclone giudiziario sulle “spese pazze” nella Assemblea regionale siciliana, guidato dalla procura di Palermo, a Palazzo dei Normanni si respira tensione, anche in vista dei risultati delle indagini della Corte dei conti che punterà a recuperare i dieci milioni di soldi pubblici sperperati. Chi pagherà di più attingendo alle proprie tasche? Un disastro, il caso fondi Sicilia, che non ha risparmiato nessuno, in particolare i tredici ex capigruppo della scorsa legislatura invitati a comparire. Intanto il Codacons, l’ associazione che tutela i consumatori, affila le armi legali. Il segretario nazionale Francesco Tanasi sottolinea che «i soldi spesi dai deputati per gioielli, vacanze, auto, borse griffate e biancheria intima dovranno essere restituiti fino all’ ultimo centesimo ai cittadini, trattandosi di risorse che i siciliani hanno versato alle casse pubbliche. Con pazienza attenderemo l’ esito dell’ inchiesta e, una volta accertati gli illeciti e le responsabilità, avvieremo un’ azione legale contro i singoli deputati, per far restituire loro il maltolto attraverso i propri beni personali».
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