Siamo più ottimisti C’è voglia di spesa ma la cautela resta
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fonte:
- L`Eco di Bergamo
Le famiglie italiane, do-po l’estate, hanno ripreso ad avere fiducia nell’economia e sono tornate a voler spendere di più anche se queste ultime settimane la crescita dei prezzi e la risalita dei contagi potrebbe aver, almeno in parte, eroso questa attitudine. Dalle indagini della Banca d’Italia, realizzate a inizio settembre e diffuse nella Nota Covid, si registra, per la prima volta dall’inizio della pandemia, una prevalenza degli ottimisti sui pessimisti nel campione di duemila nuclei familiari, seppure con una maggiore cautela alla spesa fra le famiglie meno abbienti. Ma per il Codacons si tratta di un’indagine oramai datata («superata e inattuale»), vi-sto che negli ultimi due mesi le tensioni sui prezzi a livello mondiale e italiano hanno fatto schizzare verso l’alto i costi dell’ energia e stanno provocando anche dei rincari sui prodotti finali. Per l’associazione gli aumenti «avranno effetti sui consumi degli italiani, che reagiranno alla perdita di potere d’acquisto tagliando proprio la spesa». L’immobiliare Un segnale di crescita, proveniente da una diversa inchiesta dell’istituto bancario centrale, arriva anche sul fronte delle abitazioni: il sondaggio fra gli agenti immobiliari, per la prima volta dal 2009 evidenzia le attese di un rialzo dei prezzi delle abitazioni e non un loro calo. Un effetto che si attende prosegua anche nel trimestre in corso. La domanda quindi c’èè, e i nuovi mutui sono in rialzo. E va ricordato l’effetto pandemia, che ha dato importanza alla disponibilità di case più spaziose o comode. Aiuta anche il superbonus. Secondo gli agenti immobiliari consultati dalla Banca d’Italia il bonus del 110% ha avuto un effetto positivo sulla domanda di abitazioni nel corso dell’ultimo anno. Le famiglie Quanto alle famiglie, rispetto alla rilevazione di aprile, la percentuale di nuclei che dichiarano di avere ridotto le spese per alberghi, bar e ristoranti nel confronto con il periodo pre-pandemia è diminuita di 15 punti, pur restando elevata (al 71%, ma aveva toccato quasi il 90% nelle fasi più acute della pandemia). Ma va sottolineato che rimane un certa cautela nelle attese di spesa a tre mesi, in particolare tra le famiglie con maggiori difficoltà economiche.E poi c’è il tema risparmio,o per obbligo o per prudenza, cresciuto molto in questi mesi fra chi non ha subito la perdita del lavoro o una riduzione delle entrate. Circa un terzo delle famiglie intervistate afferma di essere riuscito ad accantonare qualche risparmio a partire dall’inizio della pandemia; la quota è più ampia per i nuclei il cui capofamiglia è laureato.La percentuale che ritiene di riuscire a risparmiare nei prossimi 12 mesi è sostanzialmente stabile, al 44%: e le attese di risparmio interessano anche le famiglie che dichiarano di arrivare alla fine del mese con qualche difficoltà.
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