Si sdoppia il fascicolo sul crollo della “106”
- fonte:
- Gazzetta del Sud
Si sdoppia il procedimento giudiziario sul crollo del muro della rampa di accesso della nuova statale 106 a Catanzaro. Sarà infatti giudicato con il rito abbreviato il direttore dei lavori Antonio Bevilacqua, (assistito dal legale Nicola Carratelli), mentre proseguiranno l’ordinaria udienza preliminare Ajmone Cat Alessio Marino (difeso dal legale Aldo Casalinuovo) ingegnere progettista per conto di Astaldi Spa e Michele Mele, in qualità di ingegnere collaudore statico dell’opera assistito dal legale Fabrizio Costarella. Tutti e tre sono accusati di cooperazione colposa nell’aver provocato il crollo del muro di contenimento della rampa di accesso n° 6, non prevedendo un idoneo sistema di drenaggio dell’acqua effettuando una sottostima dei carichi agenti sul terrapieno e realizzando una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno. Si tornerà in aula il prossimo 4 giugno, giorno della discussione sia del rito ordinario che del rito alternativo con contestuale interrogatorio di Bevilacqua. maggio 2017 il tratto crollato era stato posto sotto sequestro da parte della Guardia di Finanza e gli accertamenti sugli interventi eseguiti erano stati affidati a un pool di esperti dell’Unical Proprio sulla base di queste verifiche sono state effettuate le contestazioni messe nero su bianco dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Vito Valerio. Ai tre professionisti vengono contestate condotte attive o omissive che avrebbero «cagiona to, per colpa generica e specifica, il crollo del muro di contenimento». Nel dettaglio – stando alla richiesta di rinvio a giudizio – Ajmone Cat non avrebbe previsto nella progettazione un idoneo sistema di drenaggio dell’acqua avrebbe effettuato una sottostima dei carichi che sarebbero andati ad agire sul terrapieno, procedendo al contrario con una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno. Da parte sua Bevilacqua avrebbe omesso di segnalare il difetto di progettazione, quantomeno in riferimento all’insussistenza di un idoneo e necessario sistema di drenaggio dell’acqua Infine Mele in occasione del collaudo finale non avrebbe riscontrato alcuna delle presunte criticità progettuali, secondo l’accusa «evincibili attraverso l’ordinaria osservanza delle “regole della tecnica”». Sono partici civili l’Anas e il Codacons.
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