8 Ottobre 2019

Si della Camera, il taglio dei parlamentari diventa legge: 553 si contro 14 no

 

Il taglio parlamentari diventa legge. 553 i si contro 14 no e due astenuti. La riforma riduce i deputati a 400 dai 630 attuali ed i senatori a 200 dagli attuali 315. Per l’approvazione serviva la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, pari a 316 voti. La discussione generale sul provvedimento è stata conclusa nella seduta di ieri, oggi, si tenevano le dichiarazioni di voto e la votazione finale.

Un applauso dell’Aula proveniente soprattutto dai banchi del M5s, ha salutato l’approvazione definitiva della riforma.

Il Codacons: un risparmio di 1,35 euro a famiglia

Il taglio dei parlamentari produrrebbe un risparmio annuo pari ad appena 3,12 euro a famiglia, ossia 1,35 euro a cittadino. Lo stima il Codacons, nel giorno in cui si vota alla Camera la riforma costituzionale per la riduzione del numero di Deputati e Senatori. L’associazione dei consumatori ha infatti elaborato i numeri sulle ripercussioni del provvedimento per le tasche degli italiani, ed evidenzia come la riforma avrebbe effetti praticamente irrilevanti sui bilanci delle famiglie.
Verificando il bilancio della Camera per il biennio 2018-2020 emerge come il costo di ciascun Deputato, tra indennità e rimborsi vari, sia pari a 230mila euro; analogamente, in base al bilancio del Senato, ciascun Senatore costa allo Stato 249.600 euro annui. Se quindi il numero di Deputati fosse ridotto da 630 a 400, e quello dei Senatori da 315 a 200, il risparmio complessivo per le casse statali sarebbe pari a 81,6 milioni di euro (52,9 milioni di euro alla Camera, 28,7 milioni al Senato). “Ciò significa che ogni singola famiglia italiana non dovrebbe contribuire alle spese della politica per un importo pari ad appena 3,12 euro annui, ossia 1,35 euro a cittadino – afferma il presidente Carlo Rienzi – Un importo del tutto irrilevante per i bilanci degli italiani, che subiscono un danno – quello sì evidente – dagli sprechi che si annidano nelle spese folli degli enti locali come Regioni, Province e Comuni”.
Conte presente

Presente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha preso posto al banco del governo tra i ministri Bonafede e D’Incà. A Montecitorio il ministro degli Esteri e capo politico del M5S. Di Maio si è seduto al banco dei ministri accanto a Federico D’Incà. Nell’emiciclo anche il capodelegazione del Pd nel governo, Dario Franceschini.
“Giornata storica”

“È il giorno che aspettiamo da sempre. Con il sì trasversale delle forze politiche alla riduzione dei parlamentari il M5S fa la storia di questo Paese, scrivendo una stupenda pagina di democrazia. Dopo oltre trent’anni di promesse mancate il taglio di deputati e senatori è realtà: inizia una nuova stagione politica, ora al centro ci sono i cittadini”, dichiara il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, garantendo “il massimo impegno per quella che sarà a tutti gli effetti una legislatura costituente”.
LA GIORNATA

“Il nostro è diventato un sì perché sono state accolte le nostre ragioni – ha detto Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera ai microfoni di Radio Anch’io su Radio Uno -. Noi non dicevamo no in maniera strumentale perché non volevamo ridurre il numero dei parlamentari. Altra cosa è dire che questa riforma è perfetta. Io anche se oggi voterò sì, non dirò che questa riforma è perfetta. Bisogna migliorare ulteriormente il contesto. Noi votavamo no perché non c’era un contesto adeguato, perché questo taglio rischiava di non far rappresentare più alcuni territori. Sei regioni per esempio rischiavano di non avere più senatori. Oppure c’era un rapporto molto squilibrato tra le forze politiche”.

“Fratelli d’Italia voterà oggi a favore del taglio del numero dei parlamentari – dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni -. I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente. Due i passi da compiere: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita. Su queste due riforme, richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d’Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo”.

La Lega a favore. “Ha sempre votato a favore, non è una posizione nuova ma è un posizione anche storica – ha detto a Start, su Sky TG24 l’ex ministro per le disabilità e la famiglia e parlamentare della Lega Alessandra Locatelli -. Certamente qui c’è in ballo altro, probabilmente quello che potrebbe sembrare quasi un ricatto. Cioè uno scambio di favori tra una parte politica del Governo, che è il M5S che desidera portarsi a casa questa misura, e dall’altra parte quella del Pd e delle sinistre che vogliono portare a casa qualcosa di molto più sconcertante per il bene degli italiani e del nostro territorio: Ius soli, Ius culturae e un tentativo di maggiore apertura rispetto all’accoglienza. Se dovesse emergere questo sarebbe veramente un attentato nei confronti degli italiani”.

“Non c’è dubbio alcuno che il nostro sistema vada riformato, lo si dice da decenni e lo si è tentato di fare, e più andiamo avanti e più il ritardo è colpevole. E’ il taglio dei parlamentari la risposta? E’ evidente che non lo è. Lo sappiamo tutti che la risposta sarebbe il superamento del bicameralismo”, ha detto Roberto Giachetti in Aula alla Camera annunciando il proprio sì, per lealtà alla maggioranza, ma annunciando l’intenzione di raccogliere le adesioni dei deputati per chiedere il referendum.

Forza Italia vota a favore del taglio dei parlamentari perché “interpreta una parte del contenuto della riforma del centrodestra del 2005”: ad annunciarlo Roberto Occhiuto. “Ci siamo chiesti – ha detto Occhiuto – quale atteggiamento tenere. Avevamo la preoccupazione di essere confusi con M5s: differenziarci dal populismo o rimanere coerenti con i programmi del centrodestra che nel 2005 votò il taglio dei Parlamentari”. Fi ha deciso di privilegiare la “coerenza”. “Il taglio dei parlamentari – ha aggiunto Occhiuto rivolgendosi a M5s – non è una vostra invenzione, addirittura è stato votato due volte, nel 2005 e nel 2015 che affrontavano in maniera più organica il tema delle nostre istituzioni. Si voterà per la terza volta, e noi la voteremo”.

L’annuncio del voto favorevole al taglio dei parlamentari da parte del capogruppo Graziano Delrio scatena un applauso polemico e contestazioni dai banchi di Lega e FdI. Nelle precedenti tre letture, il Pd aveva votato contro la riforma costituzionale.

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