“Servizi sociali, sarà vera emergenza”
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fonte:
- Corriere della Sera
La manovra anticrisi rischia di innescare l’ effetto domino. Tra il 2011 e il 2012, secondo una stima del Codacons, «maggiori spese, tagli al welfare, nuovi prelievi» costeranno alle famiglie italiane 1.500 euro. Liquidità ridotta e contrazione dei consumi: tra i più colpiti svago e divertimento, acquisti per la casa, cura del corpo, abbigliamento, viaggi, automobili e cultura. E si teme un autunno «depresso» anche per i romani, sui quali pesano i tagli del governo: 270 milioni in meno per il 2012. Il comparto più a rischio è quello dei pubblici servizi che, da solo, assorbe il 90% della spesa corrente del Campidoglio. «Il nervo scoperto della città – ammette il vicesindaco Sveva Belviso, con delega alle Politiche sociali – . Se il decreto dovesse diventare legge così com’ è, non potremo fare miracoli». Già, perché il settore è una sorta di «multiutility», che raccoglie una pluralità di voci. Dentro c’ è di tutto: dalle residenze per disabili a quelle per anziani fragili, dall’ assistenza domiciliare alle mense. Eppoi asili nido, case famiglia, l’ Ama, il trasporto Tpl, i contributi alle famiglie in difficoltà e per l’ affitto. Insomma, un maxi ammortizzatore senza il quale il vero pericolo è la disgregazione sociale. Prendiamo l’ esempio di un anziano ospitato in una residenza protetta: «Se dovesse chiudere – ipotizza la Belviso – dovrebbe tornare a casa, ma non sempre la famiglia è organizzata per assisterlo. Nel migliore dei casi, un congiunto sarebbe costretto a lasciare il lavoro». L’ unica eccezione è per le strutture destinate ad accogliere i minori: «C’ è l’ obbligo dell’ autorità giudiziaria – precisa la numero due di Palazzo Senatorio – e dovremmo agire in debito fuori bilancio». La Belviso, tornata bruna alla vigilia della nuova investitura («Il sindaco, però, mi preferisce bionda»), evita i toni apocalittici ma si prepara al peggio: «Sono fiduciosa che ci siano ancora margini di trattativa e faremo tutto il possibile. Certo, se così non fosse, dovremo ridurre la spesa». Prematuro abbozzare i criteri, anche se le opzioni non sono molte. L’ aut-aut è tra «tagli a pioggia, o concentrati solo in alcuni settori». Quali? «Per ora, non siamo in grado di stabilirlo. Gli ambiti sono tali, e tanti, che in ogni caso sarà una scelta complessa». Motivo per cui l’ assessore si allinea con il sindaco e l’ Anci per sottoporre all’ esecutivo un pacchetto di emendamenti. E, come extrema ratio, non esclude la protesta: «Difenderemo gli interessi dei romani e i servizi pubblici essenziali». Il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro (Pdl) si dissocia: «Alemanno ci chiede di manifestare contro la manovra assieme ad anziani e disabili se non ci saranno correttivi? Non mi sembra una buona idea. Assomiglia all’ appello strumentale e demagogico lanciato solo pochi mesi fa dalla sinistra di scendere in piazza contro la giunta Alemanno per parentopoli». Bando alle polemiche, la Belviso punta alla concretezza. E indica possibili misure salva-sociale: «Rinegoziare la quota annuale di restituzione del debito alla gestione commissariale (200 milioni l’ anno), o recuperare i 2 miliardi dei 4 che abbiamo anticipato al governo». In deroga al vincolo per il rientro di capitale, ovvero il pareggio di bilancio: «L’ equilibrio si è rotto nel 2008, con l’ impegno finanziario del Campidoglio. Ora, è un serpente che si morde la coda».
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