Senatori comprati per conto di Silvio De Gregorio chiede di patteggiare “Boicottai anche rogatoria Mediaset”
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fonte:
- la Repubblica
NAPOLI – L’ ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio si prepara a chiudere i conti con l’ “Operazione Libertà”. La Procura di Napoli ha dato il consenso alla richiesta di patteggiamento a un anno e otto mesi avanzata dal giornalista, parlamentare per due legislature, che ha ammesso di aver ricevuto 3 milioni di euro da Silvio Berlusconi per «sabotare» il governo Prodi tra il 2006 e il 2008. La mossa ha determinato lo stralcio della posizione di De Gregorio da quella degli altri due imputati dell’ udienza preliminare iniziata ieri davanti al giudice Amelia Primavera: l’ ex direttore dell’ Avanti! Valter Lavitola e lo stesso Berlusconi, che ha rinunciato a comparire ed ha affidato agli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona il compito di replicare alla richiesta di rinvio a giudizio per corruzione avanzata dai pm Alessandro Milita, Vincenzo Piscitelli, Fabrizio Vanorio e Henry John Woodcock. Si sono costituiti parte civile il Codacons e l’ Italia dei Valori (rappresentata dagli avvocati Sergio Scicchitano, Maria Raffaella Talotta e Alfonso Trapuzzano), partito con il quale DeGregorio era stato eletto al Senato nel 2006 prima di cambiare casacca. Respinta invece la richiesta del leader dell’ Idv Antonio Di Pietro. Il 19 luglio il giudice deciderà sul patteggiamento di De Gregorio e sulle eccezioni della difesa.LA “GUERRIGLIA” «In forza del suo sostegno economico, avevo promesso a Berlusconi che avrei combattuto una sorta di “guerriglia urbana”. Man mano che mi pervenivano le sue dazioni, mettevo in atto la mia strategia di sabotaggio della maggioranza », scrive De Gregorio nella memoria depositata dall’ avvocato Carlo Fabbozzo. In sei pagine, l’ ex senatore fissa i punti centrali del suo racconto. Dal primo incontro con Berlusconi a Palazzo Grazioli, poco dopo la proclamazione. Al «patto» che il Cavaliere gli avrebbe proposto: «Qualunque sacrificio politico ed economico per consentire il mio “ritorno a casa”». Ai “vertici” con Lavitola: «Fra giugno e luglio del 2006 ci furono quattro o cinque incontri a Palazzo Grazioli tra me, Lavitola e il presidente Berlusconi. Si parlò a lungo della strategia di sabotaggio al governo Prodi e di come dovessi attuarla». In tutto, De Gregorio avrebbe ottenuto tre milioni: uno sotto forma di finanziamento al movimento Italiani nel Mondo, due in contanti.L’ UOMO DI HONK KONG Ma negli interrogatori sostenuti in Procura tra la fine del 2012 e il 7 gennaio di quest’ anno, De Gregorio riferisce tantissimi altri episodi, ora al vaglio dei magistrati. L’ ex senatore sostiene ad esempio di essersi mosso, nel 2007, per bloccare una rogatoria nel processo Mediaset: «Seppi – si legge – che i magistrati di Milano si erano recati in rogatoria a Hong Kong. Tornato in Italia, avvertii Berlusconi dei fatti di cui ero venuto a conoscenza, lo stesso si consultò con Ghedini e di comune accordo mi incaricarono diavanzare doglianze circa il suo coinvolgimento in indagini che a suo dire non lo riguardavano. Io presi contatti sia con la rappresentanza diplomatica di Hong Kong presso la Ue e con l’ ambasciatore cinese». De Gregorio dice di aver «presentato osservazioni circa il presunto mancato rispetto delle regole procedurali da parte dei magistrati italiani. Mi risulta che le autorità giudiziarie cinesi accolsero le osservazioni dei difensori di Berlusconi».IL CONTRATTACCOLa difesa di Berlusconi ha calato due carte: la richiesta di trasferire gli atti a Roma per competenza. E soprattutto la richiesta – basata sulla legge 140 del 2003, il cosiddetto “Lodo Schifani” sulle prerogative dei parlamentari – di dichiarare il non luogo a procedere in virtù della “insindacabilità” del voto dei componenti delle Camere. La Procura si è opposta. In caso di rigetto dell’ eccezione, secondo quanto previsto dalla stessa legge, il giudice dovrebbe inviare gli atti al Senato. Ma potrebbe anche dichiarare inammissibile l’ istanza in quanto, con la richiesta di patteggiamento, la posizione di De Gregorio è stata stralciata dal filone principale.LAVITOLA E SVUOTACARCERI Elegante in completo chiaro, Lavitola è stato il primo a raggiungere il Palazzo di Giustizia. Ad accompagnarlo, dall’ abitazione romana dove si trova agli arresti domiciliari, due agenti penitenziari. Con il suo difensore, l’ avvocato Gaetano Balice, l’ ex direttore dell’ Avanti! si è informato sulle norme “svuotacarceri”. E si è sfogato sui disagi patiti durante il periodo trascorso in cella.© RIPRODUZIONE RISERVATAFOTO:ANSA.
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