Se si vuole il decollo dei pagamenti elettronici azzerare le commissioni non serve affatto
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fonte:
- Milanofinanza.it
Il confronto fra gli economisti sulla reale utilità delle misure di austerity sta diventando in queste settimane sempre più acceso. Un punto però rimane fermo per il governo di Enrico Letta: la necessità di un’ efficace lotta all’ evasione fiscale che permetta di ridurre il disavanzo pubblico. Tale necessità è stata ribadita la scorsa settimana sia dal governatore della Banca d’ Italia, Ignazio Visco, che dalla Commissione Europea in seno alle raccomandazioni che accompagnano la proposta di chiusura della procedura per disavanzo eccessivo. A questo proposito, si è parlato diffusamente dei pagamenti elettronici come strumento utile per far emergere il sommerso. Secondo uno studio dell’ Associazione bancaria italiana (Abi) un incremento di appena il 10% della quota di famiglie italiane detentrici di carte di pagamento potrebbe ridurre l’ economia sommersa di circa 10 miliardi di euro. Al maggior gettito fiscale si aggiungerebbe una riduzione dei costi legati all’ utilizzo del contante, stimati dalla Banca d’ Italia in circa 8 miliardi di euro, cioè circa mezzo punto percentuale del pil. Si sta affermando tuttavia in Italia e in seno alla Commissione europea l’ opinione che diminuendo le commissioni a carico degli esercenti per l’ accettazione delle carte, o addirittura azzerandole (com’ è avvenuto in Italia per gli acquisti di carburante fino a 100 euro), il numero delle transazioni aumenti. Tale idea si è già rivelata fallimentare in altri Paesi. È evidente infatti che l’ industria dei servizi di pagamento sostiene costi significativi di sviluppo dell’ infrastruttura e di gestione del servizio. Si pensi per esempio agli investimenti per rendere possibili i pagamenti contactless con carta o attraverso smartphone e tablet. Se tali costi non sono più recuperabili a seguito di una riduzione delle commissioni, si riduce la capacità dell’ industria di essere competitiva, di crescere e mettere l’ Italia al passo con l’ Europa per diffusione dei pagamenti elettronici. C’ è da dire poi che le transazioni con carta sono gratuite per i titolari – e questo proprio al fine di incentivarne l’ utilizzo – e che una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti porterà molto probabilmente a un aumento dei costi per i consumatori. È per questo motivo che alcune associazioni di consumatori (Movimento difesa del cittadino, Codacons, Codici e Confconsumatori) hanno già espresso una chiara e ferma opposizione a ogni iniziativa volta a ridurre le commissioni, sulla scorta degli effetti negativi che simili riduzioni hanno avuto sui consumatori in altri paesi. In Spagna l’ esperimento di ridurre nell’ arco di quattro anni le commissioni del 60% si è rivelato disastroso, non traducendosi nell’ aumento sperato delle transazioni ma determinando un aumento di circa 2,35 miliardi di euro delle commissioni annuali pagate dai consumatori. Altrettanto significativi i casi dell’ Australia e degli Stati Uniti, dove la riduzione forzata delle commissioni ha generato un aumento dei canoni annuali a carico dei consumatori e il venir meno della gratuità di altri servizi. In Italia, dove le commissioni sono già in linea con gli altri Paesi europei e sono inferiori rispetto ai mercato in cui i pagamenti con carta sono più sviluppati, sarebbero invece utili altre misure. Si pensi per esempio a incentivi fiscali a favore degli esercenti per installare i più efficienti e veloci Pos di nuova generazione, quelli che permettono i già menzionati pagamenti contactless con carta o smartphone e tablet, riducendo così gli oneri sostenuti dagli esercenti per la gestione del contante, che come rilevato dalla Banca d’ Italia sono in realtà spesso superiori a quelli dei pagamenti elettronici. Efficace inoltre sarebbe la progressiva e costante riduzione della soglia di utilizzo del contante, così come l’ attuazione dell’ Agenda Digitale per la promozione dei pagamenti elettronici nei rapporti tra cittadino e Pubblica amministrazione, con conseguente snellimento burocratico e risparmio di costi. Molto interessante è infine la possibilità di adottare misure che incentivino l’ utilizzo delle carte di pagamento da parte dei consumatori. Proprio grazie a un simile meccanismo il governo coreano è riuscito a determinare un’ esponenziale crescita dei pagamenti con carta producendo in quattro anni un aumento del gettito fiscale superiore a 20 miliardi di euro. Alla luce delle esperienze descritte, si tratta in conclusione per il nuovo governo italiano di astenersi dall’ adottare misure che si sono dimostrate del tutto fallimentari in altri Paesi e promuovere invece l’ adozione di misure virtuose, in modo da assicurare lo sviluppo dei pagamenti in Italia e il raggiungimento di risultati positivi nell’ emersione del sommerso e nella lotta all’ evasione. (riproduzione riservata) *avvocato e socio fondatore, De Matteis Studio Legale.
andrea de matteis*
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