28 Ottobre 2011

Se Roma si paralizza per telefonini e pc venduti sotto costo  

Se Roma si paralizza per telefonini e pc venduti sotto costo
 

ROMA – Si sapeva da giorni. La campagna pubblicitaria aveva disegnato il «miraggio» di iPhone 4 a 399 euro, iPod Touch a 99 euro, Playstation 3 Slim a 149 euro, Canon Eos 500d più obiettivo a 349 euro. Fino a esaurimento merce. Tutto vero, tutto reale, tutto «senza paragoni», per fare il verso allo storico spot del marchio. Come pure l’ assalto di ieri mattina di 25 mila persone al nuovo punto vendita Trony a Ponte Milvio: un intero quadrante di Roma Nord paralizzato, il traffico bloccato, le risse fra clienti ammassati dietro le transenne e sorvegliati da decine di «body guard». Fin dall’ alba malori e furbate per passare avanti, dopo che a centinaia avevano dormito nei sacchi a pelo o nei garage del quartiere. Un’ inaugurazione-svendita con un’ affluenza da stadio che ha messo in crisi la città. Per i romani una nuova giornata di passione in meno di due settimane, dopo quelle degli scontri degli «indignati» e del nubifragio: fra loro moltissimi quelli che non sono riusciti a recarsi al lavoro, ad accompagnare i figli a scuola, a farsi visitare in ospedale. Il Codacons sta raccogliendo le testimonianze di chi ritiene di aver subito danni, lo stesso sta facendo la Federconsumatori, mentre l’ AssoconsumatorItalia parla di «schizofrenia». La Trony Roma ha chiesto scusa alla città, dichiarando chiusa la promozione e offrendo un contribuito per gli straordinari dei vigili urbani. Ma oltre alle immagini, postate sul web con critiche e insulti, sono i numeri a raccontare l’ assedio al centro commerciale: incasso di oltre 2 milioni e mezzo di euro per 9.500 scontrini emessi (uno su tre ha comprato qualcosa), 8 mila persone in coda fino a mezzogiorno (triplicate prima della chiusura), 28 linee di autobus rallentate, decine di strade chiuse, lungotevere compresi, Raccordo anulare e tangenziale est in tilt. Vietato l’ accesso al megastore a bambini e disabili per motivi di sicurezza: decisione che ha fatto infuriare il vicesindaco Sveva Belviso che ha parlato di «atto discriminatorio». A impedire che la situazione degenerasse 250 agenti della municipale, con i blindati di polizia e carabinieri fatti convergere sul centro commerciale quando si è capito che l’ inaugurazione si sarebbe trasformata in una ressa. Anche pericolosa dal punto di vista della sicurezza. Non sono mancati i momenti di tensione: un gruppo di persone ha abbattuto le transenne e sfondato una vetrata nel parapiglia scatenato da una lite per accaparrarsi i posti in prima fila. Ma chi c’ era? Pochi romani, tanti di fuori città, la maggior parte immigrati, asiatici e nordafricani. Fra loro anche negozianti, ambulanti, persone a caccia dell’ affare irripetibile: in comitive compatte, con parenti e amici, si sono divisi gli articoli da comprare, uno a testa per ogni tipo di offerta. Hanno puntato sull’ hi-tech, su telefonini, computer, videocamere e videogiochi: dopo 8 ore di fila ce n’ era da fare un’ altra di quasi due solo per arrivare alle casse. Un sacrificio a quel punto ben accetto. Vuoto o quasi invece il piano inferiore, quello degli elettrodomestici. «Quando mi ricapita! Due al prezzo di uno – gridava felice Hussein reggendo con il cugino due tv al plasma -. Uno lo tengo e l’ altro lo rivendo, così il primo è gratis». Il ragionamento non fa una piega e l’ hanno fatto anche altri: forse alcuni hanno solo accumulato tecnologia da rivendere al prezzo di mercato. Una giornata di lavoro, in pratica, almeno per loro. E Roma ha pagato ancora una volta. «Era imprevedibile» ha esordito il sindaco Gianni Alemanno che ha poi incaricato l’ Avvocatura capitolina «di valutare la possibilità di una richiesta di risarcimento danni nei confronti della città». Per l’ assessore al Commercio Davide Bordoni, invece, il megastore «crea nuovi posti di lavoro e rilancia il mercato rionale». Ma l’ opposizione è partita di nuovo all’ attacco: «Ogni giorno a Roma c’ è un imprevisto – ha replicato Marco Miccoli, segretario romano del Pd -. Governare una città significa ridurre gli imprevisti, altrimenti c’ è il rischio dell’ anarchia».  RIPRODUZIONE RISERVATA.

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