Se la crisi non va in ferie
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fonte:
- La Stampa
Sarà una stangata senza precedenti". Le previsioni delle associazioni dei consumatori su quanto accadrà nel corso delle prossime vacanze non lasciano molto spazio all’ interpretazione e privano gli italiani persino della gioia di pensare e organizzare le proprie vacanze. Meglio così, forse, dato che saranno in molte le famiglie a non potersi permettere di lasciare la città quest’ estate. Secondo l’ Adoc, ad esempio, sarà addirittura l’ 80% degli italiani a non andare in vacanza, a causa dei rincari previsti o già applicati su trasporti, alloggio e servizi. In particolare, secondo l’ associazione, quest’ anno per andare in vacanza ogni italiano spenderà circa 200 euro in più dello scorso anno, un aumento che va sommato alla maggiore spesa da prevedere a fine anno per i carburanti (+200 euro), l’ energia (+300 euro), i tassi d’ interesse (+216 euro) e gli alimentari (+100 euro). Dello stesso avviso, anche se decisamente più ottimista è anche il Codacons, secondo cui "solo" il 40% degli italiani quest’ anno non potrà permettersi neanche una settimana di ferie. Chi ci andrà, invece, considerati gli aumenti congiunturali del 31,7% del trasporto marittimo, del 24,1% del trasporto aereo, del 2,5% dei servizi alloggio e del 3,6% dei pacchetti turistici (destinati, però, ad ulteriori rialzi a maggio e giugno), pagherà, rispetto alle vacanze del 2010, il 12% in più". Per il Codacons, "anche chi ha tentato di mettersi al riparo dall’ inflazione, acquistando con largo anticipo il pacchetto turistico, avrà una amara sorpresa per via della voce adeguamento carburante che determinerà una quota aggiuntiva media di 90 euro a persona, ossia 360 euro a famiglia". Non mancano, come sempre, voci discordanti e previsioni più ottimistiche, sulla base del buon andamento riscontrato nelle scorse vacanze pasquali e nel mese di aprile ma in generale lo scenario, almeno per quanto riguarda la domanda interna, non lascia prefigurare niente di buono per il Paese, con previsioni di mancato gettito che vanno dagli otto ai dieci miliardi di euro rispetto al 2009 -2010. Meno vacanze dunque, e laddove non si vuole rinunciare comunque al proprio agognato periodo di relax, l’ analisi qualitativa delle dinamiche ci dice allora che gli Italiani tendono a spostarsi sempre meno nel corso dell’ anno pur di partire in estate, scegliendo sistemazioni più economiche.Secondo il rapporto Ecotur, nel 2010 di fronte a un calo del turismo alberghiero classico e alternativo (b&b e agriturismi), sono notevolmente aumentate le vacanze in case private (+11,5%), in campeggi (8%) e addirittura in camper (6%). E gli stranieri? Le tante dichiarazioni rilasciate in occasione della scorsa Borsa Internazionale del Turismo forniscono quasi sempre, soprattutto in ambito locale, un quadro roseo, ma secondo la Banca d’ Italia, a livello nazionale, nel 2010 la spesa dei turisti stranieri in Italia è calata di 1.291 milioni, per effetto combinato del calo di circa 3 milioni di viaggiatori e di 18 milioni di notti. Anche in questo caso, non mancano previsioni decisamente più ottimistiche: secondo le previsioni di Isnart-Unioncamere, l’ Italia sta rapidamente tornando al centro delle preferenze dei viaggiatori internazionali e il recupero definitivo del turismo internazionale organizzato verso le destinazioni italiane avverrà per la fine dell’ anno. Per il 2011, il saldo previsto indica una crescita della domanda verso l’ Italia pari al +13,3%. Nell’ ordine, gli incrementi previsti: +14,3% per i tour operator statunitensi, +11,6% per quelli indiani, +10% per i giapponesi, +9,1% per gli australiani, +7,9% per i coreani e, in coda alle previsioni positive, +7,7% per i tour operator europei. Sono proprio i nostri vicini continentali, infatti, ad aver "abbandonato" negli anni appena trascorsi, il nostro Paese. Una dinamica frutto non tanto degli effetti della crisi economica (visto che i Paesi nord europei non ne hanno sofferto eccessivamente) ma, più probabilmente, di cambiamenti strutturali nelle abitudini vacanziere e nelle scelte turistiche. Sebbene secondo l’ Eurobarometro, l’ Italia appaia ancora come la destinazione turistica menzionata più spesso nella pianificazione delle vacanze degli europei, il moltiplicarsi delle opzioni disponibili ha reso il Belpaese solo una delle destinazioni papabili in un mercato dalle innumerevoli proposte. I nuovi modelli di consumo contemplano, infatti, turismo di prossimità in patria, medio raggio nel bacino del Mediterraneo a costi più contenuti, lungo raggio nei paesi esotici e, solo nei casi più fortunati, gli europei scelgono di effettuare anche una visita in Italia.
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