Scuole, l’ordinanza è sospesa dal Tar Emiliano: le famiglie scelgano se tornare
- fonte:
- la Repubblica
L’ordinanza sulle scuole avrebbe dovuto essere «coerente con la classificazione del livello di gravità dell’emergenza che dall’ febbraio vede la Puglia in zona gialla»: il Tar ha sospeso l’ordinanza con cui il governatore Michele Emiliano fino al 5 marzo aveva imposto la didattica a distanza a tutte le scuole (compresi asili e nidi) e ha bacchettato duramente l’impostazione della Regione. Il risultato è il caos totale. Tra le famiglie, che non sanno come comportarsi da oggi, tra i dirigenti scolastici catapultati nell’organizzazione dei turni per le scuole superiori. Tra gli uomini di fiducia del presidente, convocati in serata e in tutta fretta per una riunione che si è conclusa con la preparazione di una nuova ordinanza. Le nuove regole «Viene reintrodotto il diritto alla scelta della didattica integrata a distanza da parte delle famiglie che ne faranno richiesta, nell’esercizio del diritto alla salute di ciascuno studente e per evitare che qualcuno possa essere costretto a frequentare in presenza nonostante la grave pandemia in atto», ha spiegato Emiliano annunciando la nuova ordinanza «temporalmente collegata alla campagna vaccinale nelle scuole». Fra i rilevi mossi dal Tar c’era l’efficacia limitata dell’atto del 20 febbraio (fino al 5 marzo), che certamente non poteva coincidere con l’esecuzione della campagna vaccinale. Il presidente resta convinto che la sua impostazione serva «a salvare la vita al personale della scuola, in vista dell’esplosione della pericolosissima variante inglese». Emiliano ha anche annunciato che il decreto del tribunale amministrativo sarà impugnato, «perché i provvedimenti del giudice non si discutono», e che «sarà ri- il limite del 50 per cento alla presenza contemporanea nelle classi». «Sono costretto a intervenire per evitare che le scuole siano improvvisamente invase da tutti gli studenti in presenza, in mancanza di provvedimenti di regolazione sanitaria, con danno gravissimo per la salute del personale scolastico in piena pandemia da variante inglese», ha detto. La sostanza è che la palla ritorna alle famiglie. Ma nelle scuole primarie e dell’infanzia si potrà arrivare alla presenza di tutti gli alunni, mentre nelle superiori al 75 per cento, così come prevede il decreto del presidente del consiglio del 14 gennaio. La sospensione del Tar Proprio sul Dpcm di gennaio il giudice Oronzo Ciliberti aveva fatto leva per bloccare l’ordinanza regionale, su richiesta di alcuni genitori e del Codacons. «Il compito della definizione dei diritti connessi all’istruzione spetta allo Stato», ha scritto, precisando poi che in questa situazione emergenziale le misure più restrittive sono consentite, ma devono essere ancorate al livello di gravità dell’emergenza in ambito regionale. Una gravità che il Tar non ha riscontrato nella classificazione di regione gialla e che invece Emiliano aveva connesso al diffondersi della variante inglese. giudici amministrativi già a novembre avevano bocciato un’ordinanza della Regione sulla scuola. Le ragioni del governatore La decisione di bloccare le scuole era stata presa il 20 febbraio: «La variante inglese rappresenta un elemento di pericolosità per la salute pubblica — aveva spiegato Emiliano — Cerchiamo di trovare equilibrio tra diritto alla salute e allo studio». Tradotto significava l’ordinanza 56, in vigore dal 22 febbraio al 5 marzo e in base alla quale il 100 per cento delle attività scolastiche si doveva svolgere in modalità digitale integrata, riservando la possibilità della presenza ad alunni con disabilità o bisogni educativi speciali o a coloro che «per ragioni non diversamente affrontabili» non avessero la possibilità di partecipare alla did. Le presenze comunque non potevano superare il 50 per cento. La novità rispetto alle ordinanze precedenti era che veniva tolto alle famiglie il peso della scelta e affidato ai dirigenti scolastici. «Vogliamo che le famiglie possano riportare i loro figli a scuola quando il piano vaccinale sul personale si completerà per ogni singolo plesso, a partire dall’infanzia questo modo possiamo ridurre le occasioni di contagi», aveva aggiunto l’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco. Quest’ultimo dopo la decisione presa ieri dal Tar ha ribadito: «Continuo a essere convinto che la didattica in presenza, in questo momento, rappresenti un acceleratore del contagio, soprattutto delle nuove varianti». Alcune scuole, nel caos di decreti e ordinanze, hanno disposto che per oggi continui la didattica integrata digitale: «Dati i tempi troppo stretti, dovendo organizzare i gruppi in presenza, le attività didattiche si svolgeranno a distanza. Seguirà relativa circolare» ha scritto per esempio la preside dell’istituto Panetti- di Bari, Eleonora Matteo.
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