Scuole in Dad, De Luca rilancia
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- il Roma
I MARCO PERNA NAPOLI. «Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi,mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio – che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta – e di sviluppare, in questi giorni, la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca».A rilanciare la proposta, già avanzata venerdì nell’ultima diretta social dell’anno, è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. «Non sarebbe di certo una misura ideale, ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico» spiega il governatore. Che poi aggiunge: «In relazione alla riapertura delle scuole, sento circolare l’ipotesi di tenere a casa i bambini non vaccinati. Mi sembrerebbe una misura tanto odiosa e discriminatoria, quanto ingestibile. Credo che si debbano prendere misure semplici ed equilibrate, con l’obiettivo di aprire le scuole in presenza quanto prima e per sempre». Parole che non mancano di provocare reazioni. Stefano Caldoro, leader dell’opposizione di centodestra in consiglio regionale,a Radio Radicale è chiaro: «Sulla Dad nessuna fu-ga in avanti. Non servono. La Campania ha già pagato un prezzo altissimo». Alessandra Caldoro, membro del direttivo cittadino di Fratelli d’Italia di Napoli, attacca: «De Luca parla di un semplice rinvio di 20-30 giorni per riaprire le scuole quanto prima e per sempre. Peccato, però, che la stessa dichiarazione sia stata fatta l’anno scorso e sappiamo tutti come è andata a finire. Se nel resto d’Italia le scuole riaprono, allora devono riaprire anche in Campania». E la Rete nazionale delle scuole in presenza sottolinea che «la Dad preventiva sta nuovamente facendo capolino attraverso uno dei suoi più zelanti apripista, il governatore della Campania». Da ricordare che l’altro giorno da Codacons e Coordinamento Scuole Aperte della Campania era arrivato un deciso stop alla possibilità paventata dallo “sceriffo”. Le due associazioni avevano definito le dichiarazioni del presidente della Regione Campania «di una gravità strema, perché dimostrano che egli ignora completamente quanto disposto dai protocolli vigenti nel resto del Paese».
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