10 Gennaio 2019

Scuole al freddo, con le basse temperature torna l’emergenza da Bologna a Palermo

 

di CORRADO ZUNINO ROMA – L’onda di freddo che in queste ore tocca il Paese, e in particolare il Sud, fa emergere la vetustà dei nostri istituti scolastici. E dei loro impianti di riscaldamento. In Sicilia l’associazione di tutela dei consumatori Codacons ha chiesto “l’immediata chiusura degli istituti scolastici dove si registrano problemi ai sistemi di riscaldamento” e ha annunciato un esposto alla magistratura per chiedere di indagare sul reato di interruzione di pubblico servizio. Serve l’intervento dei prefetti, dice il segretario nazionale Francesco Tanasi, per ottenere la mappatura degli edifici scolastici interessati dai guasti: “Molti genitori, per evitare di far soffrire il freddo ai propri figli, li hanno tenuti a casa ricorrendo a ferie, permessi sul lavoro o costose babysitter”.

A Palermo l’emergenza freddo ha colpito asili nido e istituti superiori, senza distinzione: caldaie guaste, impianti non a norma, in alcuni casi non esistenti. Gli studenti seguono le lezioni, in molti casi, con i giubbotti addosso e le coperte sulle gambe. Ieri i ragazzi dell’Istituto turistico Marco Polo di via Ugo La Malfa avevano lasciato le lezioni per il freddo: sono rientrati dopo un’assemblea straordinaria. Situazione critica al Liceo delle Scienze umane Danilo Dolci di Brancaccio (dieci aule riscaldate su venticinque), all’Istituto comprensivo Pertini-Sperone, alla scuola materna Ferrara. “In un plesso abbiamo un impianto insufficiente rispetto alla cubatura della scuola”, ha spiegato Antonella Di Bartolo, preside della Pertini, “in un altro un guasto alla caldaia”. Le segnalazioni, qui, sono partite nel 2015. In tre asili nido comunali le caldaie sono bloccate, sostituite con piccole stufe a norma. Forti problemi di riscaldamento in diversi istituti comprensivi e superiori della provincia di Siracusa. L’Ente Provincia non ha risorse: ora deve intervenire la Regione siciliana. Studenti in protesta a Sciacca, qui siamo nella provincia di Agrigento.

A Lamezia Terme, Calabria, freddo insopportabile alla scuola Nicotera. A San Mango d’Aquino, collina della provincia di Catanzaro, il Comune ha autorizzato docenti e personale amministrativo a dotarsi di proprie stufe “fino a venerdì”. I radiatori del riscaldamento non partono.

Bari e hinterland: lunedì scorso la consigliera comunale Irma Melini ha denunciato che il Marco Polo (quartiere Poggiofranco) e la Mazzini-Modugno (Bari centro) sono al gelo. Gli studenti non vanno a scuola: le ore di riscaldamento garantite sono davvero poche. Problemi all’impianto al Liceo classico Socrate e nelle materne del quartiere Mungivacca. Nei giorni scorsi il sindaco Antonio Decaro aveva postato un video in cui avvisava gli studenti baresi che i termosifoni sarebbero stati accesi per tre ore al giorno nelle giornate di venerdì 4 e sabato 5 e per sei ore domenica. Al rientro nelle classi, lunedì mattina, ci sono stati comunque disagi. Ora l’orario di accensione passerà da sei a otto ore. Alunni in difficoltà anche a Foggia, in particolare alla scuola San Lorenzo.

La Rete studenti medi del Lazio segnala una serie di istituti di Roma con temperature “di gran lunga inferiori ai 18 gradi minimi stabiliti per legge”. Ieri gli studenti dell’Itis Fermi e del Liceo Tacito si sono rifiutati di entrare. E così lunedì era accaduto al Liceo artistico Ripetta. Al Cavour guasti ripetuti agli impianti e al Plinio Seniore è stata la dirigente scolastica a far uscire prima i ragazzi. Problemi anche ai licei Caravaggio e Ruiz. Questa mattina, misurata la temperature nelle aule, gli studenti non sono entrati al Severi di Frosinone e, in provincia, al Valente di Sora e al liceo di Ceccano. Restano gelati i termosifoni nell’edificio dell’Istituto San Benedetto e al Marconi, entrambi a Latina. La sede dei Liceo scientifico Ruffini, Viterbo, da giorni non ha riscaldamento né accesso all’acqua. Al Farnese di Caprarola, in provincia, caloriferi rotti e stufe da casa. “L’attenzione e il monitoraggio devono essere periodici e costanti, non ci si può rendere conto dei problemi solo all’ultimo”, protesta la Rete studenti medi.

I consiglieri del Municipio Roma Centro chiedono l’immediata estensione della fascia oraria di accensione per le scuole della capitale “anche in vista dell’ulteriore calo delle temperature dei prossimi giorni”. Segnalazioni di temperature interne che fermano gli studi arrivano dall’Aquila e da Teramo, in Abruzzo.

La Rete degli studenti dell’Emilia Romagna rivela 14 gradi e settecento studenti fuori dal portone all’Istituto Keynes di Castel Maggiore, città metropolitana di Bologna: una mamma ha chiamato i carabinieri. La dirigente contesta i numeri e l’intensità del freddo.

Al Liceo XXV Aprile di Pontedera – siamo in Toscana – una buona parte degli studenti oggi si è riunita nell’atrio e, a gruppi, si è riscaldata sul pavimento utilizzando coperte. In Liguria problemi ad Arma di Taggia, le ex Caserme. In provincia di Torino il 2019 è iniziato al freddo per la scuola elementare Abbadia di Stura: per due giorni bambini con i giacconi in aula, ieri i tecnici hanno aggiustato l’impianto. Stesso problema a San Mauro, nella prima cintura: ieri il sindaco Marco Bongiovanni ha chiuso la media Dalla Chiesa e la materna Freinet per un guasto della centrale di riscaldamento. E gli studenti dell’Istituto tecnico Cesare Battisti di Salò (Brescia), 849 iscritti, questa mattina hanno disertato le aule. Stesso argomento: freddo persistente, impossibile aprire i libri.

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