Scoppia il caso degli autisti scrutatori
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fonte:
- Il Giorno
Fabrizio Ratiglia ROMA ORMAI ci siamo. Le urne oggi sono aperte dalle 7 alle 23 per i 46.604.925 cittadini aventi diritto al voto, ma il timore è che si possa toccare un nuovo record negativo di affluenza. Nel 2013 la partecipazione fu del 75,2 per cento con differenze anche sostanziali tra le diverse regioni e con Puglia, Calabria e Sicilia sotto il 70%. E anche oggi l’ astensione sarà certamente maggiore al Sud. Sicuramente, grazie al tam tam dei partiti, nelle ultime due settimane l’ attenzione per l’ appuntamento elettorale è cresciuto, ma con tutta probabilità non si riuscirà ad arrivare ai livelli di 5 anni fa. Del resto sono ormai lontani e sfumati i ricordi di quando nel ’76 si recò alle urne il 93% degli aventi diritto. Era un’ altra Italia. Una percentuale poi scesa progressivamente ai livelli attuali. E a peggiorare il quadro c’ è il rischio caos trasporti pubblici, perlomeno in alcune città. La vicenda è paradossale: solo a Roma ci sono 1000 autisti dell’ Atac e 600 dipendenti dell’ Ama (nettezza urbana) che oggi sono impegnati nei seggi come presidenti e scrutatori. Saranno pagati rispettivamente 187 e 145 euro (224 e 170 euro nel Lazio e in Lombardia dove si vota anche per le regionali). Facile prevedere disagi, corse soppresse e cumuli di spazzatura in strada. Situazione analoga a Venezia dove sono 300 i dipendenti che presidieranno le urne, tanto che il Comune ha già annunciato disservizi e la soppressione della linea 2 dei vaporetti da piazzale Roma a Rialto, una delle più frequentate dai turisti. A Napoli l’ emorragia di dipendenti dell’ Anm verso le sezioni elettorali ha imposto, tra l’ altro, la chiusura della funicolare di Mergellina. Il motivo è semplice: i soldi. Il loro contratto prevede che se impegnati nelle operazioni di voto figurino in permesso retribuito. Pagati due volte insomma, dallo stato e dalla loro azienda. Alle comunali del 2016, l’ ultima tornata elettorale a Roma, il personale operativo Atac impegnato nelle operazioni di voto fu pari a circa 850 persone. «È UNA vera e propria vergogna che rischia di avere pesanti ripercussioni per gli utenti», sottolinea il Codacons che segnala non solo «l’ astensione di massa» del personale di Atac, ma anche di quello dell’ Ama, l’ azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nella Capitale. Per l’ associazione, si tratta in tutto di «circa 1.000 dipendenti che si recheranno ai seggi in qualità di scrutatori, una percentuale pari al 10% di tutti gli scrutatori della Capitale». Il Codacons annuncia che domani presenterà un esposto alla Corte dei Conti del Lazio.
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