7 Settembre 2018

Scontro treni, nuovi documenti sul disastro di Ferrotramviaria

 

Già dal 2007 sia la Ferrotramviaria Spa che la Regione Puglia avrebbero sollecitato il Ministero dei Trasporti a provvedere allo stanziamento di provvidenze per ammodernare e render più sicuro il tratto della vecchia “Bari Nord” dove il 12 luglio 2016 lo scontro tra 2 treni – controllati dal vecchio ed «umano» sistema del blocco telefonico – provocò 23 morti e 51 feriti sul binario unico che collegava Andria a Corato. E’ il dato che emerge, stando a quanto ritengono alcuni avvocati, dall’ esame dei nuovi 37 documenti che alla prima udienza del 16 luglio i pubblici ministeri Alessandro Pesce e Marcello Catalano chiesero, ed ottennero, di poter far confluire nel già voluminoso fascicolo al vaglio del giudice per l’ udienza preliminare del Tribunale di Trani Angela Schiralli, chiamato a pronunciarsi sulle 19 richieste di rinvio a giudizio. Documenti “nuovi”, depositati nel fascicolo durante la pausa estiva, giacchè ulteriori rispetto a quelli che i difensori degli imputati avevano rinvenuto nel fascicolo dopo la formale chiusura della fase delle indagini preliminari. Si tratta di atti posti a disposizione dal Ministero dei Trasporti, ritenuti dalla Procura della Repubblica di Trani ulteriore potenziamento alle accuse mosse alle figure apicali coinvolte nell’ inchiesta. Il procedimento penale dovrà poi anche coniugare quanto emerge dai documenti con l’ accusa, già mossa con la richiesta di rinvio a giudizio, che ipotizza anche la presunta cattiva gestione dei fondi. Capire, in pratica, se, quando e quanto stanziato e se, quando e quanto impiegato per i relativi lavori di ammodernamento e messa in sicurezza del tratto ferroviario. Profili diversi e paralleli rispetto alle condotte (comprese presunte falsificazioni dei registri relativi al cosiddetto “Via Libera”) contestate ai capistazione di Andria e Corato. Il 16 luglio, in apertura di udienza preliminare, il gup Schiralli accertò la regolarità delle notifiche della richiesta di rinvio a giudizio dei 19 imputati accusati a vario titolo per lo scontro frontale fra i treni locali “ET1016”, marciante da Corato verso Andria, ed “ET1021”, viaggiante in direzione opposta. L’ incidente avvenne, alle 11 al Km 51, nel territorio di Trani, in prossimità di una curva subdola, che evidentemente non consentì ai macchinisti nemmeno di tentare la frenata. Le prime indagini accertarono, tra l’ altro, che la velocità dei convogli era di 92 e 100km/h. Tra i 4 ferrovieri a bordo dei convogli si salvò, rimanendo ferito, il capotreno del convoglio proveniente da Andria. La tragedia contò altre 20 vittime, fra studenti, lavoratori, vacanzieri e persone che viaggiavano per commesse varie. Oltre ai parenti delle vittime ed ai feriti, nell’ udienza del 16 luglio hanno chiesto di costituirsi parte civile la Regione Puglia, i comuni di Andria, Corato e Ruvo (che hanno contato vittime, oltre al danno all’ immagine), 4 associazioni di consumatori (tra cui il Codacons), 3 associazioni animaliste-ambientaliste e l’ Anmil, associazione invalidi e vittime del lavoro. Nell’ udienza di stamattina è prevista la discussione sulla loro ammissibilità: spazio cioè alle eccezioni delle difese degli imputati. Previste numerose, soprattutto per le richieste di costituzione delle associazioni, come anticipa l’ avvocato Leonardo Iannone.

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