Sconti sul «mattone» il primo passo
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- Avvenire
Taglio del fisco in tre mosse: prima la casa, poi le imprese e per finire i redditi più bassi. Il ministro dell’ Economia, Pier Carlo Padoan ribadisce da Rimini il timing della svolta annunciata dal premier Matteo Renzi che nell’ arco di tre anni dovrebbe avere un impatto choc in termini di calo della pressione fiscale. Per l’ anno prossimo via Imu e Tasi sulla prima casa, ma anche sui terreni agricoli e gli ‘imbullonat’ (cioè i macchinari industriali). Poi nel 2017 avanti sulle imprese con un taglio all’ Ires (che arriverebbe al 24%). Ma l’ intervento più atteso sarebbe nel 2018 quando il premier ha spiegato che si interverrebbe sull’ Irpef e sulle pensioni minime. Il tutto appunto per un impatto di «50 miliardi di euro di riduzione tasse in cinque anni». Le tasse sulla casa a carico dei proprietari italiani, secondo il Codacons, sono aumentate del 177% in 3 anni. «Dal 2011 al 2014 gli italiani hanno dovuto sborsare 16 miliardi di euro in più a titolo di tasse sulle abitazioni di proprietà», spiega l’ associazione. Dai 9 miliardi di euro pagati nel 2011, infatti, le famiglie sono arrivate a versarne in totale 25 miliardi nel 2014, con un incremento del +177%. L’ intervento del governo avrebbe un impatto di circa 4,5 miliardi. Andrebbe via la Tasi sulla prima casa e l’ Imu sulle prime case di maggior valore (l’ impatto sarebbe minimo, meno di 100 milioni). Salterebbe anche l’ Imu sui terreni agricoli e l’ imposizione sui macchinari industriali. Poi si punta a introdurre la Local Tax che riunirebbe in un unico tributo tutte le tasse locali. Ma su questo è ancora aperto il dibattito sui comuni. Il vero asso nella manica del governo arriverebbe però nel 2018: il premier aveva già annunciato di voler intervenire infatti sull’ Irpef a sostegno dei redditi più bassi e sulle pensioni minime. La riforma dell’ Irpef, più volte tentata in questi anni anche in termini di semplificazione, ha un punto ‘debolè: garantire la ‘progressività’ del prelievo. L’ attuale sistema, rivisto con la manovra del 2007, prevede aliquote di prelievo crescenti all’ aumentare dei redditi e cinque fasce reddituali, gli scaglioni con una soglia a 8.000 euro sotto la quale non si pagano le tasse (la no tax area). La paura di molti, ribadita pochi giorni fa da Susanna Camusso, è che si punti a 2 aliquote soltanto rendendo il sistema ancor più iniquo. Ultimo intervento, sempre annunciato per il 2018, è l’ innalzamento delle pensioni minime attualmente a circa 500 euro. RIPRODUZIONE RISERVATA.
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