Scomparsa la «Tari» in bolletta Casse comunali: nuovo rischio
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fonte:
- La Sicilia
contrordine al senato: sembra sfumata la possibilità di recuperare una parte dei quaranta milioni evasi ogni anno dai cittadini catanesi
Giuseppe BonaccorsiContrordine. Nel maxi emendamento sotto esame ieri sera in Senato non c’ è più il provvedimento, – firmato dai senatori della Lega – per inserire nella bolletta dell’ Enel il pagamento della Tari (la tassa rifiuti) che soltanto a Catania ha una evasione che si aggira sul 50%. La norma che consentiva questo meccanismo solo ai Comuni in dissesto è sparita e si sostiene – in ambienti della Lega – per la forte contrapposizione dei senatori Cinquestelle. A questo punto decade la possibilità per un Comune dissestato come quello di Catania di presentarsi il prossimo anno con un’ arma in più per contrastare il mancato pagamento di un tributo che ha contribuito ad affossare il Comune con oltre 40 milioni annui di evasione.E dire che alla vigilia dell’ esame del maxiemendamento in commissione lo stesso sottosegretario all’ Interno, Stefano Candiani, che aveva sostenuto il provvedimento per venire incontro anche alla città di Catania, aveva rassicurato sull’ approvazione della nuova norma, salvo poi essere costretto a fare marcia indietro. Nei giorni scorsi e soprattutto nella nottata di ieri il braccio di ferro si è fatto pesante e alla fine nella manovra “licenziata dalla Ragioneria” della possibilità di pagare la Tari in bolletta non c’ era più nessuna traccia, forse per uno scambio di provvedimenti posti in equilibrio sulla bilancia gialloverde.Finisce così in una bolla di sapone la speranza per l’ amministrazione Pogliese di cominciare il nuovo anno con relativa tranquillità e con in tasca un provvedimento che avrebbe permesso di preparare un bilancio equilibrato senza troppi “strappi” e nuove difficoltà soprattutto per la liquidità di cassa. Ora le cose andranno diversamente e per la lotta all’ evasione bisognerà trovare nuovi meccanismi, fermo restando che non si capisce perché il canone Rai può stare in bolletta (grazie al governo Renzi) e il pagamento della tassa rifiuti no con i rischi che ne conseguono anche in materia di igiene ambientale. Anche il sindaco Poglise era talmente convinto nei giorni scorsi che il provvedimento sarebbe passato che più di una volta aveva dichiarato di essere fiducioso. Ieri ha invece rilasciato una dichiarazione politica che la dice tutta sullo stato d’ animo: «Se fosse confermato testo al Senato dovremmo prendere atto di una totale disattenzione del governo e della maggioranza verso gli enti locali costretti al dissesto o allo squilibrio finanziario, per la gran parte del Sud. Le rassicurazioni che ci erano state date si sono dimostrate infondate perché traspare invece il disegno occulto di affondare chi con lealtà ha chiesto sostegno: niente tari in bolletta ma anche diminuzione dell’ anticipazione di tesoreria con prevedibili effetti negativi sulla liquidità». Pogliese è preoccupato soprattutto per quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi con le casse comunali che continuano a restare desolatamente vuote e con gli oltre 12 milioni mensili che servono per pagare stipendi e servizi.Qualche giorno fa a livello locale contrario al provvedimento inserito in un primo tempo nel maxi emendamento si era detto il Codacons, che con una nota del presidente provinciale Natascia Grasso, aveva spiegato che era «assurdo utilizzare la bolletta come fosse un esattore. L’ inserimento della Tari nelle fatture dell’ energia non solo non risolverebbe il problema dell’ evasione ma incrementerebbe i casi di morosità spingendo un numero crescente di utenti a non poter pagare le bollette». A smentire questa tesi l’ assessore all’ Ecologia Fabio Cantarella: «Abbiamo una evasione fiscale enorme e così siamo arrivati a non poter pagare il servizio e gli stipendi. Adesso bisognerà trovare un modo per invertire la rotta e la Tari in bolletta andava in questa direzione. Quanto alle fasce povere avremmo certamente trovato la maniera tale per garantire chi è in difficoltà. Siamo noi del Comune che avremmo passato i ruoli all’ ente elettrico e si sarebbe potuto trovare uno escamotage in Consiglio per garantire le fasce deboli. Adesso questo intoppo ci sbarrerà la strada…».
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