Scompare il tetto alle pensioni d’ oro, il governo corre ai ripari

Il governo corre ai ripari per far fronte alla «misteriosa» scomparsa di una clausola contenuta nella legge Fornero che metteva un tetto alle pensioni d’ oro. Dopo la denuncia del Codacons che nei giorni scorsi si è rivolto alla Procura di Roma e alla Corte dei conti, il governo sta lavorando a un emendamento alla legge di Stabilità da presentare oggi stesso in Commissione Bilancio della Camera. Il «buco» che si è aperto nella legge Fornero (quella che ha rinviato il pensionamento a tanti italiani pronti a lasciare il lavoro) è un bel regalo soprattutto per i che hanno già raggiunto i 40 anni di anzianità, potranno contare su un incremento progressivo della pensione, il cui importo sarà addirittura superiore a quello dell’ ultimo stipendio percepito. Un danno, calcola il Codacons, per la collettività stimato in 2,6 miliardi di euro in 10 anni. L’ emendamento del governo dovrebbe quindi ripristinare il tetto. Intanto l’ Ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato che se scatta l’ aumento dell’ Iva la pressione fiscale arriverebbe ai massimi dal ’95. Dopo il lieve calo dovuto agli sgravi tributari e contributivi concessi nel 2015, la pressione fiscale sale di 0,4 punti percentuali, passando dal 43,2% del 2015 al 43,6% nel 2016 e nel 2017, raggiungendo un nuovo punto di massimo dal 1995. L’ Ufficio parlamentare ha anche messo in evidenza che il mix degli interventi contenuti nella legge di stabilità può portare fino al dimezzamento del cuneo fiscale, per i lavoratori. Secondo le stime dei tecnici della Camera «se il lavoratore con retribuzione bassa, che beneficia del bonus di 80 euro, fosse un neoassunto a tempo indeterminato, che dunque beneficiasse della totale de contribuzione per l’ anno di assunzione e i due successivi, il cuneo fiscale complessivo risulterebbe più che dimezzato: una caduta di 23,9% punti percentuali del costo del lavoro, dal 44,5% al 20,6%».

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