Sciopero della spesa contro «prezzi pazzi»
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fonte:
- Il Tempo
Sciopero della spesa contro «prezzi pazzi»
NIENTE cappuccino nè shopping oggi per lo «sciopero della spesa», annunciato dalle associazioni dei consumatori del Lazio contro il rincaro dei prezzi. Ad aderire all`iniziativa anche la Uil provinciale che da mesi denuncia un progressivo aumento dei costi, in particolare degli alimentari. «Nel mese di giugno – ha sottolineato Alberto Sera, segretario generale della Uil- continuano ad aumentare i prezzi dei prodotti. La situazione rischia di diventare insostenibile e la Uil di Roma e Lazio aprirà vertenze sindacali per il recupero dell`inflazione». Nella lista nera degli euroaumenti anche “prodotti“ insospettabili. L`obolo per la celebrazione di una messa, ad esempio, sale del 30 per cento, passando dalle 15 mila lire dello scorso anno alle circa 19.363, pari a 10 euro, del 2002. L`offerta per un matrimonio aumenta del 16 per cento e le spese per i trattamenti di bellezza del 13 per cento, passando da 60 mila lire a 68 mila.
Ad aumentare, dicono le associazioni a tutela del consumatore, sono stati però soprattutto i generi alimentari, verdure e frutta in testa: arance (+80%), zucchine (+70%), finocchi (+53%), radicchio (+33%), pomodori (+32%). Anche per i farmaci la storia è la stessa: il «Tranquirit» è aumentato del 40 per cento, il «Valium» del 10,65 per cento, l`«Ansiolin» del 10,92, gli antidolorifici del 10 per cento. Gli incrementi riguardano anche i servizi: trasporti locali (+22,5%), «Gratta e vinci» (+45%), musei (+4,9%).
Salgono la pasta, il parmigiano e il latte rispettivamente dell`8,8, 11,1 e 8,3 per cento e anche i cinema. Alle stelle il prezzo del pesce – gli scampi costano il 12,1 percento in più – e i prodotti ortofrutticoli – le susine sono a +40 per cento, le ciliegie a +25. Sale anche il prezzo di calcolatrici, vocabolari, atlanti geografici, corsi di nuoto e di danza e crescere un figlio costa esattamente l`11,16 per cento in più dello scorso anno. Secondo un`indagine condotta dalla Coop su 17 mila clienti, più dell`80 per cento non avrebbe ancora metabolizzato il cambio della moneta, il 72,8 per cento è molto attento ai prezzi e il 68 per cento è convinto che con l`euro i prezzi siano aumentati. Percentuali che diminuiscono se gli intervistati hanno un rapporto di fiducia con il negoziante: in quel caso la diffidenza scende al 40 per cento. E così è stata indetta per oggi la giornata senza spesa. Le associazioni consigliano di non telefonare, non spostarsi con i mezzi e non comprare nulla. Questa la provocazione di Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, che oggi si ritroveranno, con l`Eurispes, sotto la sede dell`Istat, criticata per non tenere conto degli aumenti ingiustificati, per proporle l`adozione di “panieri“ ad hoc, a seconda della tipologia dei consumatori, dagli anziani alle famiglie numerose, ai single. Se tutti partecipassero allo sciopero, rendono noto l`Unc e l`Adiconsum, si procurerebbe ai commercianti un danno di 700 milioni di euro.
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