14 Marzo 2019

Sciolta per mafia l’ Asp di Reggio, il Codacons: “Pronti a costituirci parte civile nei confronti di tutti i responsabili di questo scempio”

“La mala gestione della sanità Calabrese è tristemente nota, così come il fiume di danaro pubblico sparito. Lo scioglimento dell’ Asp di Reggio Calabria, disposto per infiltrazioni mafiose è solo l’ ultimo atto di una gestione vergognosa della cosa pubblica”. Lo dichiara, in una nota, Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons, che aggiunge: “Le conseguenze di anni di ruberie sono sotto gli occhi di tutti. Per rendersene conto basta fare un giro nei pronto soccorso, dove i sanitari sono costretti ad utilizzare mezzi di fortuna per curare i pazienti. Dal cartone usato al posto del gesso, alla mozzarella usata al posto del ghiaccio. Storie di quotidiana follia per chi vive ai margini della civiltà, mentre sullo sfondo rimangono i calabresi, le vere vittime dello sfascio della sanità. Quelli che attendono anche 48 ore per essere visitati, quelli che subiscono il valzer degli sprechi sulla loro pelle, quelli che partecipano a concorsi “farsa”…”. “Sono anni – prosegue Di Lieto – che denunciamo questo schifo mentre nel silenzio generale chi ha bisogno di cure deve fuggire lontano. Condannati a morire lontano dai propri affetti. E chi è costretto, o non può permettersi di pagarsi le cure, deve rassegnarsi ad una situazione di emergenza. La quotidianità racconta un’ agghiacciante normalità: pazienti sistemati sulle barelle nei corridoi, attese bibliche, farmaci che mancano, ricoverati che devono portarsi anche le lenzuola da casa. Il tutto per soddisfare appetiti criminali, visto che i bilanci sono in profondo rosso. Confidiamo ci si possa liberarsi presto di questi delinquenti che hanno umiliato la Calabria lucrando sulla nostra salute. Siamo pronti a costituirci parte civile nei confronti di tutti i responsabili di questo scempio che ha finito per negare il sacrosanto diritto a poter ricevere cure dignitose. Chiamiamo a raccolta tutti i Calabresi per rivendicare con forza il diritto ad essere trattati come esseri umani”.

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