Schuler, pressing sull’ Austria Possibili le riaperture locali
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fonte:
- Corriere Alto Adige
BOLZANO Attacco concentrico alla politica estera di Vienna che non ha ancora liberato il transito nella sola frontiera con l’ Italia. A Bolzano, Trento, Roma si accavallano le voci dei mondi politico ed economico per scardinare le scelte selettive del governo Kurz. Pressioni che scalfiscono solo in parte l’ approccio austriaco, con Alexander Schallenberg che si dice disponibile a tornare a ragionare su una possibile riapertura differenziata alle Regioni italiane, riprendendo un cavallo di battaglia della diplomazia Svp. «Lavoriamo senza sosta e pensiamo di poter fare un annuncio già nella prossima settimana – sostiene il ministro degli Esteri viennese -. Il 15 giugno non è escluso, ma non posso ancora confermarlo. Stiamo discutendo con il ministero della Salute una posizione comune. Le autorità di Bolzano ci hanno proposto di adottare un approccio regionale». Ma a Palazzo Widmann non paiono avere tutti una relazione parimenti cordiale con l’ esecutivo di Sebastian Kurz, il cancelliere verso cui Philipp Achammer, Obmann della Svp, tiene a mostrarsi interlocutore privilegiato. Arnold Schuler, per esempio, è furioso per l’ ostracismo verso l’ Italia. «Non solo danneggia enormemente il nostro turismo – sostiene l’ assessore provinciale al settore – ma impedisce a molte persone, dopo tante settimane, di vedere familiari e amici». E la posizione di Vienna poggerebbe su diversi pregiudizi, più che sui dati epidemiologici. «Vogliamo confrontare i risultati dei test nell’ ultima settimana? – propone Schuler -. Negli ultimi 7 giorni l’ Italia ha 5 positivi ogni 100.000 abitanti, che diventano 2,55 senza Lombardia. L’ Alto Adige è a 1, l’ Austria a 2, mentre la Germania è a 3,5, quota che sale a 4,6 in Baviera. La soglia fissata per le limitazioni dal governo tedesco è 50». Schuler sfida direttamente pure il ministro della Salute austriaco, Rudolf Anschober. «Se cogliamo il suo invito di prendere il numero totale di persone finora positive al virus ogni 100.000 abitanti – argomenta sempre l’ assessore – troviamo che nel distretto di Landeck sono 2.233, mentre nella confinante Val Venosta sono 35. Come si può spiegare agli abitanti della Val Venosta che sono un pericolo per i propri vicini?». Anche la Camera di commercio di Bolzano fa leva sugli stessi numeri per fiaccare le resistenze, appellandosi a Eurochambers, il coordinamento europeo degli enti camerali. «Il fatto che i controlli di frontiera e sanitari dell’ Austria verso l’ Italia sono gli unici a proseguire con i Paesi confinanti – sottolinea il presidente Michl Ebner – è in contrasto con la procedura di riapertura coordinata presentata dalla Commissione europea». Elementi su cui si innesta la riflessione di Diego Nicolini. «I turisti dalla Germania – spiega il consigliere provinciale M5S – possono passare il confine per villeggiare in Italia, ma solo dopo aver firmato un documento in cui dichiarano di essere solo di passaggio in Austria. Così aumentano la burocrazia e intimidiscono chi vuole fare le vacanze nel nostro Paese». E aggiunge: «La ripresa dell’ economia altoatesina dipende molto dalla ripresa del turismo. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sta lavorando per ripristinare i flussi turistici fra i Paesi ed è in contatto costante con Schallenberg per regole uniformi». Al lavoro in questa direzione pure il presidente del Trentino, Maurizio Fugatti che, ieri a Milano, ha incontrato il console austriaco, Clemens Mantl cui ha espresso preoccupazione per le porte chiuse di Vienna. Tema affrontato su sollecitazione del deputato leghista bolzanino Filippo Maturi pure nel comitato di controllo parlamentare sull’ accordo Schengen (l’ intesa che regolamenta la libera circolazione nell’ Ue), dove ieri è intervenuto il sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto. «Scalfarotto – riferisce Maturi – ha ricordato che l’ Italia non ha mai formalmente chiuso Schengen perché vuole sempre garantire libertà di circolazione, sono gli altri Stati che invece stanno chiudendo. Io credo, invece, che avremmo dovuto chiudere Schengen al momento opportuno e riaprirlo in modo omogeneo e controllato». Alla Corte di giustizia europea si rivolge il Codacons, chiedendo sanzioni per Vienna per un comportamento che «viola tutte le norme e i trattati internazionali e comunitari». Ragion per cui l’ associazione di tutela dei consumatori, invita a boicottare i prodotti austriaci.
nicola chiarini
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