SCARPE LIDL: CODACONS CHIEDE BLOCCARE VENDITA DELLE SCARPE IN TUTTA ITALIA E PROCEDERE PER PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE E MANOVRE SPECULATICE SU MERCI
PRESENTATO ESPOSTO AD ANTITRUST, GDF E PROCURA
OSCURARE SITI CHE VENDONO SCARPE LIDL A PREZZI ABNORMI
E’ stato presentato l’annunciato esposto del Codacons sul caso delle scarpe Lidl andate a ruba nei negozi e rivendute a prezzi stellari sul web.
L’associazione ha inviato oggi una denuncia ad Antitrust, Procura di Roma, Guardia di Finanza e Polizia Postale in cui si chiede, ognuno per il proprio ambito di competenza, di aprire indagini sula vicenda ed intervenire per bloccare reati e speculazioni a danno degli utenti, e interrompere le vendite tra privati delle sneakers in questione.
“Non possiamo non rilevare che tale maggiorazione di prezzo ben può tradursi in una vera e propria manovra speculativa su merci penalmente rilevante ai sensi dell’art. 501 bis c.p. nonché una pratica commerciale scorretta ex artt. artt. 20 e 21 del Codice del Consumo – scrive il Codacons nell’esposto – Non vi è dubbio come tale operazione spieghi le sue conseguenze dannose anche e soprattutto nei confronti della platea dei consumatori, lesi nel loro diritto alla formazione integra e non falsata della rappresentazione della realtà di mercato, al fine di compiere scelte consapevoli. Le vicende oggetto di odierna denuncia ben possono confarsi alle condotte penalmente punite considerando peraltro il preciso momento storico e i crescenti fenomeni di accaparramento di beni di largo consumo la cui vendita ne ha determinato – in alcune circostanze- un accrescimento ingiustificato di prezzo con modalità speculative”.
Pertanto il Codacons ha chiesto ad Antitrust e Guardia di Finanza di avviare istruttoria tesa a sanzionare tutte le pratiche commerciali scorrette poste in essere dai piccoli venditori operanti sui siti di reselling a danno dell’utenza e, cautelativamente, intervenire nell’immediato per impedire che il protrarsi di siffatte speculazioni arrechi ulteriori danni ai Consumatori nonché accertare le presunti pratiche commerciali scorrette ex artt. 20 e 21 del D.Lgs 6 settembre 2005, n. 206 (cd. Codice del Consumo);
– alla Procura di Roma di accertare se nei fatti esposti in narrativa possano delinearsi a carico di coloro i quali saranno individuati come responsabili le condotte penalmente rilevanti ed in particole le fattispecie previste e punite dagli 501 e 501 bis c.p.;
– al Dipartimento di Polizia Postale, a seguito delle indagini esperite, di provvedere, in caso di accertate violazioni, all’oscuramento e al contestuale sequestro degli account di vendita degli operatori che hanno attuato la sproporzionata maggiorazione sui beni in questione.
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