30 Maggio 2012

Scandalo scommesse, un danno al marchio del calcio italiano

Scandalo scommesse, un danno al marchio del calcio italiano

Italia infangata e sotto shock, lo scandalo del calcioscommesse si allarga e danneggia l’immagine del calcio italiano. “Il grande interrogativo adesso è quanto tutto questo sia dannoso per il calcio in Italia e per l’immagine del suo marchio all’estero”, osserva la Bbc. L’ondata di arresti per le partite truccate emoziona soprattutto la stampa britannica e spagnola.

Per la Bbc, tutti quelli che seguivano lo scandalo si aspettavano che lì’inchiesta avrebbe coinvolto altre squadre e altri calciatori. “E in effetti – scrive Alan Johnston – l’indagine si è ampliata e ha preso slancio”, con l’implicazione di figure centrali del calcio italiano. Fa titolo su molti siti esteri l’arresto del capitano della Lazio Stefano Mauri e l’iscrizione nel registro degli indagati dell’allenatore della Juventus Antonio Conte.
L’indagine – scrive la Bbc – riguarda la presunta collusione di figure del calcio con il sottobosco delle scommesse in Italia e all’estero. “Calciatori e allenatori sono accusati di avere truccato partite per interesse personale e forse, in qualche caso, perché sotto la pressione di gangster”.

Viene citato l’autogol di difensore del Bari Andrea Masiello, che ha confessato di avere tirato il pallone nella porta della propria squadra in cambio di centinaia di migliaia di euro. La Bbc prevede “un’estate di accuse e rivelazioni” per il calcio italiano, con processi penali e procedure disciplinari della federazione calcio.
Non è la prima volta che succede. Tre squadre di serie A – Juventus, Lazio e Fiorentina – erano state penalizzate per il loro coinvolgimento in combines nel 2006. Ma anche dopo, nota la Bbc, “non c’è stato nessun segnale che i tifosi si siano allontanati in gran numero dagli stadi per il disgusto. Detestano gli scandali che svalutano il gioco, ma chiaramente pensano che lo sport valga sempre la pena di essere visto”.

Ma perché nel calcio italiano la corruzione continua? Simon Martin, docente all’Università di Roma e autore di vari saggi sull’Italia vista attraverso la passione calcistica, spiega alla Bbc che la corruzione permane perché in passato le punizioni sono state troppo lievi. “Nessuno paga per questi reati”, afferma. E se non c’è punizione, “in qualche modo si può capire perché un calciatore possa essere tentato da un’occasione che gli può cambiare la vita: alla peggio, sarà colpito da due anni di sospensione, contro cui può fare appello”.
Il Financial Times, che ha titolato sull’arresto del capitano della Lazio, riferisce che secondo gli inquirenti l’organizzazione di partite combinate si estende a Singapore e al Sud America. “L’indagine potrebbe avere vaste implicazioni legali”, aggiunge il Ft, citando la class action del Codacons per il risarcimento di 500 euro a testa ai tifosi del Bari.

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