Scandalo Colosseo il governo vara subito il decreto
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fonte:
- L`Unità
●dopo l’
assemblea sindacale che blocca per tre ore i turisti interviene il cdm: i
musei saranno considerati “servizi essenziali” «è arrivato il momento
di dire basta la misura è colma»
Natalia Lombardo Brutta sorpresa ieri mattina: centinaia di turisti hanno trovato i cancelli del Colosseo chiusi per quasi tre ore, dalle 8,30 alle 11. Motivo, un’ assemblea sindacale dei custodi che, pur annunciata, ha costretto i visitatori delusi e arrabbiati adun’ attesa in lunghe file, quando non a rinunciare ad entrare nel monumento simbolo della capitale, visita magari prenotata su internet mesi prima. Cancelli chiusi anche in tutta l’ area archeologica, il Foro Romano, il Palatino, le Terme di Dicoleziano e di Ostia Antica, non facilmente raggiungibile. A peggiorare le cose anche un errore sui cartelli tradotti in inglese che prolungavano la chiusura fino alle «11 pm», di sera. E a tempi di record infatti ieri il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge per inserire i musei fra i servizi pubblici essenziali, come gli ospedali o i trasporti, con regole precise sugli sciopericoncordateconilGarante.Riguarda «tutti i musei ed i luoghi di cultura, senza fare distinzione tra statali, comunali, pubblici e privati», ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che ieri mattina è andato su tutte le furie per il nuovo incidente, dopo la chiusura di Pompei il 24 luglio per una riunione sindacale, annunciata, ma che lasciò i turisti di tutto il mondo fuori dai cancelli. «La misura è colma. Ora basta», ha detto il ministro. «Nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornati al centro dell’ azione di governo» e il turismo ha ripreso, «una nuovaassembleasindacale, questavolta al Colosseo a ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo». Da qui la scelta di proporre le nuove norme del consiglio dei ministri del pomeriggio, in accordo con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha twittato: «Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’ Italia. Oggi decreto legge #Colosseo#lavoltabuona». Al che i sindacati si sono risentiti, e la polemica si è infuocata sul filo che divide la difesa dei diritti sindacali e la tutela dell’ immagine dell’ Italia, e di una Roma già ferita da Mafia Capitale. Durissima Susanna Camusso: «E’ unostranoPaesequelloincuiun’ assemblea sindacale non si può fare», afferma la segretaria nazionale della Cgil, anche comprendendo l’ attenzione ai periodi di maggiore presenza turistica, allora «si dica chiaramente che non ci possono essere strumenti di democrazia». «Non facciamo nessuna attentato al diritto di sciopero», ha detto Renzi dopo il Cdm, «ma per come è fatta l’ Italia diciamo che i servizi museali stanno dentro gli esercizi pubblici essenziali. Quindi non diritti in meno ai sindacati, ma uno in più agli italiani». Per non lasciare ancora quella «amarezza» rimasta nei turisti che «si trovano davanti a una transenna o a un cartello scritto neppure troppo bene…». Anche il garante per gli scioperi, Roberto Alesse, ha sollecitato la norma per insierire «i beni culturali tra i servizi pubblici essenziali». L’ assemblea del personale di sorveglianza dei siti, a Palazzo Massimo, era stata convocata per protestare sui mancati pagamenti degli straordinari, intensificati per le aperture notturne volute dal ministro, e per la carenza di personale. Senza particolari problemi, invece, la chiusura di Palazzo Pitti e dei Giardini di Boboli a Firenze, per l’ assemblea dei lavoratori: apertura ritardata di un’ ora, e chiusura anticipata. I sindacati (Claudio Meloni della Fp Cgil) Giuliana Guidoni della Cisl Fp e Enzo Feliciani della Uil Pa) ricordano che l’ assemblea «era perfettamente legittima, richiesta l’ 11 settembre scorso» nel rispetto delle norme sui servizi essenziali, e un comunicato della Rsu «segnalava possibili disagi per i visitatori». Franceschini ieri mattina era determinato a cambiare le regole per non vanificare l’ attenzione sull’ Italia per l’ Expo e il Giubileo e il suo tentativo «di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero» nella legge di Stabilità, trattative continuate anche ieri. Un’ altra assemblea, invece, «fa restare i turisti in fila» davanti al mondo. Bruciano le immagini sui giornali stranieri di Pompei chiusa, di Roma sporca. Anche il sindaco Ignazio Marino è intervenuto con un video su Facebook, anche se l’ area archeologica è statale: «La chiusura del Colosseo è uno schiaffo» a cittadini e turisti, «uno sfregio per il nostro paese. Lo abbiamo liberato dalle auto e dai camion bar ora liberiamolo dai ricatti». Il sovrintendente di Roma, Francesco Prosperetti si è detto «dispiaciuto per i disagi, ma era impossibile vietare l’ assemblea», ha spiegato, in quanto regolare e riguardava un «problema nazionale» come «il mancato rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio», e rimanda la palla al «datore di lavoro generale che è Mibact». La polemica politica è furiosa, cavalcata dalla Lega, ma lo scontro è tra governo e sindacati. Camussuo insiste: «Se ci dite conservatori perché vogliamo difendere i diritti, allora diciamo orgogliosamente che lo siamo». Il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, parla di «attacchi oggettivamente pretestuosi» e chiede «più rispetto e attenzione» per lavoratori che da 9 mesi non ricevono il «salario accessorio». Secondo la Cisl il problema non si risolve con un decreto. E il Codacons reclama «l’ esercito».
natalia lombardo
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