Scaffali vuoti e porto bloccato Automobilisti col «rosso fisso»
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fonte:
- La Sicilia.it
Quasi tutti, «pur condividendone le motivazioni», non accettano il metodo della protesta, mentre anche Catania va verso il «tutto esaurito». La città è in ginocchio, assediata dagli effetti di un blocco che ha le sue ragioni e le sue adesioni, ma che in questi termini sta costando carissimo, ricadendo pesantemente su un tessuto sociale e produttivo già sull’ orlo del baratro. Così la protesta di «Forza d’ urto», che dovrebbe concludersi stanotte, rischia di centrare il bersaglio sbagliato, tra scaffali vuoti e pompe di benzina all’ asciutto, e colpire quello che resta avvitandosi su stessa. A causa del blocco sono quasi vuoti i box del mercato ortofrutticolo. Alcuni tir che trasportano benzina, medicinali, derrate alimentari e attrezzature per scuole, ospedali e carceri sono stati scortati dalla polizia, mentre un tir con un apparecchio per la respirazione assistita destinato a un ospedale cittadino sarebbe bloccato a Villa San Giovanni. Numerosi i supermercati dove le scorte sono in via di esaurimento e i distributori di carburante a secco di benzina. Bloccato l’ ingresso dei mezzi pesanti al porto, mentre i pescatori aderenti alla Fai-Cisl hanno proclamato lo stato di agitazione. Lo ha deciso un’ assemblea dei lavoratori provenienti da tutte le marinerie della provincia di Catania che si è riunita proprio al porto. Nel corso della riunione, presieduta da Rosaria Leonardi, segretaria territoriale della Fai Cisl etnea e dalla consulente Annalisa Spanò, i pescatori hanno denunciato il malessere per la situazione gravissima che stanno vivendo. «Chiediamo alla Regione – ha detto Leonardi – di decretare la situazione di calamità per gli anni 2011 e 2012 e di ripristinare quindi l’ indennità somministrata nel 2010». Per Annalisa Spanò, «la marineria di Catania è in ginocchio, i pescatori stanno riflettendo sulla opportunità di consegnare in massa le licenze». Per il presidente di Confconsumatori Sicilia Carmelo Calì, che chiede l’ immediato intervento del governatore Lombardo e delle Prefetture siciliane, «sfruttare il disagio reso alla cittadinanza per fare pressione sulle istituzioni e raggiungere così i propri obiettivi è comportamento inaccettabile. Ancor più – aggiunge – allorquando la protesta è indirizzata nei confronti del governo nazionale, il quale nessun riscontro sembra aver dato finora alle proteste, abbandonando la Sicilia nel caos». Rappresentanti di associazioni di categoria aderenti a Confcommercio Catania si sono recati ieri in Prefettura per chiedere un intervento in merito al blocco dei tir nell’ Isola; secondo il coordinatore provinciale delle associazioni antiracket del Sistema Confcommercio Catania Claudio Risicato, «lo sciopero e il blocco delle attività danno il colpo di grazia alle piccole imprese, con ulteriore vantaggio per la criminalità organizzata». Anche Confesercenti Catania, pur condividendone le ragioni, considera inaccettabile il metodo della protesta, e chiede alle prefetture di «garantire la libertà di manifestare democraticamente, assicurando a coloro che non aderiscono, la libera circolazione per merci e persone». Intanto il Codacons ha istituito il Comitato «vittime dello sciopero di Forza D’ Urto», e annuncia che al termine del blocco avvierà azioni legali per risarcire chi abbia subito danni a causa del blocco. Il coordinatore provinciale di Futuro e Libertà di Catania Puccio La Rosa ritiene «giuste le rivendicazioni, adesso servono i fatti della politica siciliana e romana, e isolare malintenzionati e forze poco sane». Il parlamentare del Pd Giovanni Burtone, intervenendo a Montecitorio, ha sollecitato il governo nazionale a convocare subito i manifestanti. I consiglieri del gruppo «Con Nello Musumeci per la Provincia», Vincenzo D’ Agata, Gaetano Di Stefano e Giuseppe Mistretta, sollecitano a spostare la protesta nei palazzi palermitani e romani, e a sfilare il 4 febbraio a Roma «contro l’ insopportabile vessazione fiscale e tariffaria e contro il governo delle banche».
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