Scadenza buoni fruttiferi «Poste restituisce metà degli interessi maturati»
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fonte:
- La Provincia Pavese
pavia Buoni fruttiferi postali rimborsate della metà rispetto a quanto dovuto. L’ allarme arriva da Codacons, dopo la segnalazione di una decina di possessori del titolo che alla scadenza del buono, sulla stampigliatura, si sono ritrovati gli interessi tagliati di quasi il 50% (vale a dire 24 mila euro anzichè 44 mila) rispetto a quanto, a loro dire, era previsto. L’ associazione dei consumatori annuncia ora una battaglia legale a tutela dei suoi iscritti nel caso in cui Poste Italiane non corregga il tiro. I buoni finiti nel mirino di Codacons sono della serie Q/P, ventennali e trentennali in scadenza fra il 2020 e il 2021.«I nostri associati ci hanno riferito che è intenzione dell’ Istituto liquidare a titolo di interessi una somma ben minore di quella risultante dalla tabella apposta sui titoli _ spiega in una nota l’ associazione _.Tale assunto è però erroneo, visto che la stampigliatura apposta sul titolo modifica i tassi solo fino al ventesimo anno ma non modifica l’ offerta dal ventunesimo al trentesimo anno per la quale dovrà tenersi come riferimento la tabella dei rendimenti previsti». Un’ interpretazione che costerebbe ai possessori circa la metà degli interessi maturati al momento della sottoscrizione. Tradotto in soldoni, ventimila euro in meno rispetto a quanto, secondo Codacons, sarebbe dovuto. «La differenza è dunque enorme _ sottolinea l’ assocazione dei consumatori _: 24 mila euro riconosciuti a fronte di 44 mila lordi complessivi». Un tentativo evidente da parte di Poste Italiane, denuncia Codacons «di ridurre, alla scadenza, l’ importo da restituire al consumatore» dal momento che «si tratta di una cifra ben inferiore rispetto a quella risultante dalla stampa sugli appositi titoli». E se non ci si oppone per tempo, «potrebbe arrivare una vera e propria beffa». I risparmiatori che investono i proprio soldi in buoni fruttiferi e libretti postali sono davvero tantissimi. Secondo i dati forniti dalla stessa società, ci sono infatti 176mila libretti di risparmio e 367mila buoni fruttiferi postali in provincia, tanto da collocare Pavia al quarto posto in Lombardia per questa forma di investimento.In tutta la regione sono invece circa 6 milioni e 600 mila i buoni e circa 3 milioni i libretti posseduti dai risparmiatori lombardi, con una raccolta che negli ultimi mesi ha fatto registrare una crescita significativa in questo tipo di investimento. In testa c’ è la provincia di Milano con 867.899 libretti di risparmio e 1.530.477 buoni. Per quanto riguarda le altre province, quella di Varese è seconda in classifica, con oltre 343mila libretti e 867mila buoni fruttiferi postali. Nella provincia di Como invece sono più di 231 mila i libretti postali attivati, mentre il numero di sottoscrizioni dei buoni postali supera le 612 mila unità. Dopo Pavia, c’ è Mantova con 143mila libretti di risparmio e 266mila buoni fruttiferi postali. Insomma, buona parte dei lombardi affida i propri risparmi a Poste Italiane ad occhi chiusi.«I casi segnalati dai nostri associati _ aggiunge ancora Codacons _ non sono gli unici». L’ associazione invita quindi a fare attenzione, con l’ arrivo della scadenza dei buoni fruttiferi, a controllare che la cifra corrisponda agli interessi maturati. Perchè, se si verificassero casi analoghi, le argomentazioni di Poste Italiane non sono _ a detta dei legali dell’ associazione _ «supportate dal diritto». Nessun commento, invece, sulla vicenda da parte di Poste Italiane. —
giovanni scarpa
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