Sanitari no vax, niente sospensiva Il Tar deciderà subito nel merito
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fonte:
- Messaggero Veneto
Prima udienza davanti al Tar di Trieste, nella mattinata di ieri, per discutere i ricorsi di quasi 250 tra medici, infermieri e Oss, che si sono opposti ai provvedimenti di sospensione disposti (e nella maggior parte dei casi non ancora eseguiti) dalle tre Aziende sanitarie della regione. A tutti è stata già recapitata da tempo l’intimazione a sottoporsi all’obbligatoria vaccinazione. Il Tribunale amministrativo ha scelto di non pronunciarsi subito sulle richieste di sospensiva, ovvero la misura cautelare che avrebbe intanto consentito, in attesa della successiva decisione nel merito, di sospendere l’esecutività dei provvedimenti delle Aziende sanitarie. Il collegio giudicante presieduto da Oria Settesoldi si pronuncerà invece direttamente nel merito dei ricorsi, decidendo se accoglierli o respingerli. Niente sospensiva accordata, dunque. Nei prossimi giorni sono attese le sentenze nel merito per almeno 4 ricorsi. Poi toccherà agli altri. Asugi, Asufc e Asfo si sono costituite in giudizio per opporsi ai ricorrenti. Il ricorso più imponente dal punto di vista numerico è quello presentato dall’avvocato Daniele Granara che rappresenta ben 245 sanitari, di cui più della metà dell’Azienda sanitaria giuliano isontina, mentre gli altri sono equamente distribuiti tra provincia di Udine e Destra Tagliamento. Sono rappresentati lavoratori dipendenti delle tre Aziende sanitarie e liberi professionisti, che esercitano negli ambiti più svariati: ci sono anche psicologi, psicoterapeuti, veterinari e farmacisti. Viene chiesto l’annullamento dei provvedimenti per la mancata vaccinazione a carico dei sanitari e il ricorso si fonda «sulla illegittimità costituzionale, sotto plurimi profili, di diritto interno e diritto europeo, di un obbligo riferito a un vaccino di cui non è garantita né la sicurezza né l’efficacia». Gli avvocati del Codacons Gianluca Teat e Luca Campanotto hanno discusso il ricorso di un’odontoiatra e di un’infermiera dell’Asfo chiedendo la sospensiva in via cautelare del provvedimento di sospensione dell’Asfo per consentire a entrambe di riprendere a lavorare: sono senza stipendio da quasi due mesi perché la sospensione era diventata esecutiva in luglio. «In questo momento non si può dimostrare con assoluta certezza la sicurezza del vaccino – sostengono i legali- e la sua efficacia contro le varianti, in più una delle due ricorrenti a fine maggio aveva ancora anticorpi elevati e l’altra patologie cardiache che rendono sconsigliabile la vaccinazione». Campanotto ha presentato un ulteriore ricorso sempre per un lavoratore della Destra Tagliamento, ma anche in questo caso la linea del Tar di Trieste è stata la stessa: niente sospensiva del provvedimento, si deciderà direttamente nel merito. Una scelta che è stata accolta con favore dall’avvocato Aldo Sam, presente in udienza in rappresentanza dell’Ordine degli infermieri di Pordenone che si era a sua volta costituito in giudizio. L’Ordine del capoluogo del Friuli Occidentale ha infatti scelto la linea dura decidendo di emettere anche una propria delibera di sospensione dalla professione in aggiunta a quella dell’Azienda sanitari
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