Salgono ad otto le vittime delle valanghe
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fonte:
- Giornale di Brescia
MILANO Troppe vittime, otto soltanto nel trascorso week end in Italia, quindici in Svizzera, a causa di comportamenti sconsiderati degli amanti della montagna, troppi soccorritori impegnati nei soccorsi, troppi rischi insomma per chi decide di passare una giornata tra la neve. Rischi che potrebbero diminuire drasticamente se tutti seguissero le semplici regole che gli esperti continuano a ripetere anche perché l’ allarme valanghe non tende a scendere. Due vittime a Como e Belluno Dopo i sei lutti di domenica, ieri altre due vittime si aggiungono. E’ morta infatti agli Ospedali Riuniti di Bergamo Rita Broggi, 49 anni, travolta domenica pomeriggio da una slavina sul Monte Grona, a Plesio (Como) mentre rientrava con il marito da una passeggiata con le ciaspole. Ed è stato trovato ieri in mattinata privo di vita il corpo di Mirko Cesco, 63 anni, di San Pietro di Cadore (Belluno), lo scialpinista scomparso domenica durante un’ escursione in Val Visdende. Inoltre restano estremamente gravi le condizioni dell’ uomo rimasto sepolto sempre domenica da una slavina in Val Serina, secondo una nota dell’ ospedale San Gerardo di Monza, dove lo scialpinista bergamasco, di 45 anni, era stato condotto in elicottero. Stazionarie invece le condizioni di Renzo Pasut, lo scialpinista pordenonese di 48 anni travolto, pure domenica, nella zona di Alpago (in provincia di Belluno), da una valanga che ha provocato la morte di Riccardo Quaroni (50), di Arzene (Pordenone). Il Governo propone pene più severe Il Governo ha promesso che interverrà con un emendamento al Decreto legge emergenze in discussione al Senato, che prevede il carcere per chi provoca una valanga con vittime e 5.000 euro di multa per chi ignora le indicazioni di pericolo del bollettino valanghe. Ma non tardano ad arrivare le critiche, in particolare anche dal Cai, che chiede di non voler mortificare una pratica affascinante come l’ escursionismo e l’ alpinismo con norme dettate da una reazione soprattutto legata all’ emozione del momento. «Con iniziative legislative di questo genere si uccide l’ alpinismo», ha aggiunto Reinhold Messner, il re degli ottomila che propone invece un «dibattito con alpinisti, guide, giudici e politici per stabilire dove finisce il turismo e dove inizia l’ alpinismo». E il Codacons aggiunge che si tratterebbe di «un provvedimento ridicolo. Per chi provoca valanghe e morti esiste già il Codice penale. Per chi, invece, provoca danni, ad esempio costringendo lo Stato a mobilitare centinaia di soccorritori, esiste già il Codice civile». Resta alto il pericolo di slavine Resta alta, anche per i prossimi giorni, l’ attenzione sul pericolo valanghe su tutto l’ Arco alpino e sull’ Appennino centrale, a causa del forte vento, dei brevi rialzi termici delle ultime 72 ore e della formazione di strati di brina di profondità che rendono particolarmente instabile il manto nevoso. Il Corpo forestale dello Stato informa che il distacco di slavine potrebbe verificarsi anche solo per il passaggio a piedi di un singolo escursionista. Proprio per questo il Corpo forestale continua a sconsigliare le uscite fuori pista e raccomanda a chiunque si trovi in montagna di consultare sempre i bollettini quotidiani del Servizio Meteomont sul sito www.meteomont.org o attraverso il numero di emergenza ambientale 1515. E il Soccorso alpino ribadisce un semplice consiglio: «Mai osare troppo, la montagna va avvicinata prendendo tutte le precauzioni». Nella foto sopra, uomini del Soccorso alpino impegnati nella ricerca di dispersi sotto una valanga a Cimon di Palandina (Bl). Sotto, a sinistra, il celebre alpinista Reinhold Messner e, a destra, un’ immagine del rifugio Menaggio sul Monte Grona nel Comasco, nei cui pressi una donna è stata travolta da una slavina.
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