Sale l’ inflazione a gennaio
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fonte:
- Italia Oggi
Sotto accusa i rialzi dei prezzi dei beni energetici Inflazione in aumento a gennaio, secondo l’ Istat, che ha confermato la stima flash diffusa il 5 febbraio. Il costo della vita è salito dello 0,1% su base mensile e dell’ 1,3% rispetto a un anno prima (+1,1% a dicembre). L’ istituto di statistica ha invece rivisto il dato sull’ indice armonizzato Ue che a gennaio è risultato in calo dell’ 1,5% rispetto a dicembre (-1,4% la stima flash) per un aumento tendenziale dell’ 1,3% (+1,4% la stima flash). Sul dato ha inciso la stagione dei saldi. L’ accelerazione dell’ inflazione a gennaio, spiega l’ Istat, «risente delle tensioni sui prezzi dei beni e, in particolare, dei rialzi dei prezzi dei beni energetici. In aumento su base congiunturale sono risultati anche i prezzi dei servizi. Al netto della componente energetica e degli alimentari freschi, il tasso tendenziale di crescita dei prezzi al consumo è pari all’ 1,4%, un decimo di punto percentuale superiore al dato di dicembre». Gli incrementi congiunturali più rilevanti hanno interessato i prezzi dei trasporti e dei servizi sanitari e spese per la salute (cresciuti entrambi dello 0,5%) e degli altri beni e servizi (+0,4%). Diminuzioni su base mensile si sono registrate invece per i prezzi delle comunicazioni (-0,7%) e della ricreazione spettacoli e cultura (-0,4%). Sul piano tendenziale, i maggiori tassi di crescita si sono registrati per il capitolo delle bevande alcoliche e tabacchi (+4,5%), dei trasporti (+3,7%) e degli altri beni e servizi (+3,2%). Variazioni negative si sono avute, invece, per il capitolo dell’ abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,6%). «Allarmanti». Così il Codacons definisce i dati Istat sull’ inflazione, visto che dimostrano «lo scostamento tra l’ indice dell’ inflazione e il costo reale della vita». Il Codacons ritiene inadeguato il nuovo paniere 2010, che «non tiene in alcun conto della crisi in atto che ha radicalmente mutato le abitudini dei consumi delle famiglie italiane». Per Federconsumatori e Adusbef «la conferma del tasso di inflazione all’ 1,3% nel mese di gennaio» è «un dato in piena contraddizione con l’ andamento economico della domanda di mercato, che ha conosciuto una fortissima contrazione dei consumi (da -2,5% a -3%), una caduta verticale dei redditi della famiglie (-1,8/-1,9%) e, quindi, una drastica riduzione della loro capacità di acquisto». Secondo il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, l’ inflazione comincia a dare «segnali di preoccupazione» non soltanto in Italia e, per questa ragione, «dobbiamo stare attenti», mentre per Antonio Foccillo, segretario confederale Uil, «il vero problema rimane quello relativo ai bassi salari e alle basse pensioni» e per Paolo Varesi, segretario confederale dell’ Ugl, «la crescita dell’ inflazione provocata dal rialzo dei beni energetici e di quelli ad alta frequenza di acquisto è un fatto negativo soprattutto per lavoratori e pensionati che da anni pagano troppe tasse, mentre il loro reddito disponibile continua ad assottigliarsi».
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