Saldi, è cominciato l’ assalto Ma c’ è chi festeggia e chi no
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fonte:
- Brescia Oggi
Alcuni speravano nella pioggia, altri hanno ringraziato il sole e la calda giornata estiva. Qualcuno è rimasto soddisfatto dell’ affluenza e degli incassi, qualcun’ altro si è lamentato dell’ isolamento di certi quartieri della città e della concorrenza «spietata» dei grandi marchi internazionali dell’ abbigliamento. INIZIATA in concomitanza con una fase in cui si incomincia a intravedere una timida ripresa dei consumi, a Brescia la prima giornata di saldi dell’ estate ha fatto felici molti e scontentato altrettanti. L’ unanimità non è evidentemente virtù del commercio, troppo diverse sono le storie imprenditoriali e le modalità di gestione tra un’ attività e l’ altra, e tra centro e periferia. Non si riscontra una unica idea dell’ andamento delle vendite e accordo su quale incasso si possa ritenere soddisfacente. D’ altronde, molta discordanza si è vista anche nei dati comunicati dalle associazioni di consumatori e da quelle di categoria. Se il Codacons, nei giorni scorsi, aveva previsto una contrazione degli acquisti compresa tra il il 5 e il 10 per cento, Confesercenti aveva invece stimato in circa 28,6 milioni, il 65 per cento della popolazione, gli italiani che avrebbero approfittato del sabato di sconti e ribassi. Tra questi, il 46 per cento avrebbe dovuto sfruttare il famoso bonus di 80 euro messo dal Governo Renzi nei portafogli dei lavoratori dipendenti. COME È andata nella realtà? Si è verificato un calo di fatturato rispetto agli anni precedenti o al contrario una crescita? Una differenza salta all’ occhio. Quella tra i piccoli esercizi commerciali del centro, molti dei quali a conduzione familiare e dalla forte impronta storica, e le affermate catene mondiali della moda a basso costo: se le prime realtà non possono permettersi un’ eccessiva flessione dei prezzi, le seconde giocano proprio su una politica dei prezzi unica su scala internazionale, risultando vincenti soprattutto nei confronti della clientela giovanile con pochi euro in tasca. L’ altra differenza è tra il centro storico, con i suoi problemi di accesso e viabilità, e il polo indiscusso del commercio cittadino, il Freccia Rossa, che riunisce sotto lo stesso tetto abiti e calzature sportive, profumerie e occhiali da sole, centri di manicure e ristorazione. Qui, dalla mattina alle 10 fino alle 20, ieri è stato un via vai di famiglie, italiane e immigrate, con passeggini, adolescenti alla caccia di T-shirt fluorescenti e accessori dai 9 euro ai 99 centesimi, ragazzi attenti allo stile, decisi a spendere pur di rinnovare guardaroba e scarpiera. A giudicare dal numero di borsine, da come parevano piene e dalle quattro parole scambiate con i negozianti, la spesa media pro capite si deve essere aggirata attorno ai 40-50 euro. Acquisti soprattutto per sé e per la famiglia. «L’ attrattiva di questo centro commerciale è in crescita, meglio rispetto all’ anno di apertura e meglio degli anni scorsi – commenta entusiasta per la prima giornata d’ assalto Gianluca Pascolin, giovanissimo responsabile del punto vendita Timberland. «Questo soprattutto perché qui l’ età media di chi vende e gestisce è più bassa – prosegue -. I giovani puntano sulla vendita aggiuntiva, seguono meglio il cliente e lo portano ad affezionarsi. Questa mentalità più elastica, internazionale, servirebbe anche al centro storico per rilanciarsi». ALL’ INTERNO del ring, invece, a registrare il pienone sono specialmente i negozi di intimo, di costumi da bagno e di calzature, con file che in alcuni “templi” dell’ acquisto a buon mercato hanno raggiunto le trenta persone per cassa e hanno dovuto fare i conti con camerini di prova intasati. Ma l’ affollamento è solo lungo corso Zanardelli, corso Palestro, i portici di X Giornate e gli inizi di via Mazzini e corso Magenta: allontanandosi dal tumulto del “quadrilatero bresciano della moda”, l’ aria di ottimismo si ridimensiona a vista d’ occhio. Per i commercianti di corso Garibaldi «il movimento è sempre lo stesso, legato alla solita clientela», mentre per la titolare di un negozio in corsetto Sant’ Agata, aperto dal 1934, si è trattato di «un sabato come tutti gli altri». E come ogni sabato, chi ha voluto spendere ancora meno si è impegnato a rovistare tra i banchi del mercato di piazza Loggia. COPYRIGHT.
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